Il Comune di Sabaudia con una delibera del commissario straordinario ha finalmente aderito alla centrale unica di committenza, ma ancora non ne può usufruire. Già, perché manca l’atto di ratifica da parte dei Comuni di Terracina e di Itri. Motivo per cui, per quel che riguarda il servizio di pulizia degli uffici comunali, l’ente locale ha dovuto provvedere con l’ennesima proroga, che va a sommarsi a quelle del 31 dicembre 2015 e a quella di aprile 2016. L’inghippo è da ricercare, come accennato, nella difficoltà riscontrata dal Comune di Sabaudia nell’approvare la deliberazione d’adesione alla centrale unica di committenza, forma aggregativa necessaria per appalti superiori a 40mila euro. La questione ha fatto parte delle polemiche che hanno accompagnato la mozione di sfiducia nei confronti della maggioranza guidata da Maurizio Lucci. Più volte i consiglieri comunali di minoranza e di Fratelli d’Italia hanno criticato diversi aspetti della proposta di deliberazione portata in Consiglio, che difatti non è stata approvata. E proprio la centrale unica di committenza è stata alla base, almeno formalmente, delle dimissioni (poi ritirate) del sindaco. Il commissario straordinario Antonio Quarto ha aderito allo strumento aggregativo di Terracina e di Itri. Ma ad oggi, non essendoci stata la ratifica da parte di questi due enti locali, Sabaudia non può indire una nuova gara d’appalto per la pulizia degli uffici. Ecco che quindi è scattata una nuova proroga fino a marzo 2017 o comunque finché non ci sarà la possibilità di indire la gara. Il costo complessivo del servizio, come si legge nella determina (n.145 del 22 dicembre), è stato quantificato in 39mila euro.