AbbVie continua a investire sulla produzione e sullo stabilimento di Campoverde. Ben 130 milioni di euro sono stati investiti negli ultimi anni dall'azienda biofarmaceutica globale per le linee produttive e l'ampliamento dell'impianto di Aprilia, risultati illustrati mercoledì mattina durante il convegno "Il valore dell'innovazione per una crescita sostenibile". Durante l'evento, moderato da Nicoletta Carbone di Radio 24, è stato tracciato il quadro sulle molteplici peculiarità che rendono il comparto della farmaceutica unico rispetto agli altri settori dell'economia ma soprattutto sono stati illustrati i percorsi di AbbVie per produrre i farmaci più innovativi che dal Paese vengono esportati in tutto il Mondo. L'azienda ha infatti investito nell'ampliamento della capacità produttiva ddl sito, in particolare nell'Immunologia, consolidando l'esperienza già maturata nella ricerca, sviluppo e produzione dell'anticorpo monoclonale per il trattamento croniche infiammatore immuno-mediate. «In un contesto in cui le risorse - spiega Fabrizio Greco, amministratore delegato di AbbVIe - sono scarse e la congiuntura economica non è favorevole, abbiamo rinnovato il nostro impegno o con un importante e crescente contributo in termini di innovazione, investimenti, export, occupazione e ricerca a beneficio dei pazienti e della sostenibilità del sistema sanitario. Solo una nuova governance di settore fondata sul valore delle terapie e sul loro rapido accesso da parte dei pazienti potrà però consentire di beneficiare pienamente del valore che le imprese basate sulla ricerca generano per i pazienti, la società e il sistema economico del nostro paese».
A rafforzare questi concetti è stato Giuseppe Venturelli, Managing Director, di Doxapharma che ha illustrato gli eccellenti risultati della farmaceutica, uno dei «motori» dell'economia italiana. La filiera della salute rappresenta la terza industria del Paese e incide per il 10,7% sul Pil, il comparto farmaceutico genera 32 miliardi di valore e una crescita del 22% in 10 anni, la più in Italia. Il settore è primo in Europa per export e dà lavoro ad oltre 66 mila addetti, di cui il 90% laureati e diplomati, con una crescita di 7 mila posti qualificati l'anno. Dall'analisi di Doxapharma emerge che l'industria farmaceutica piace sempre di più grazie a ricerca, innovazione welfare e investimenti. «L'occupazione in questo settore - spiega Venturelli - è interessante, perché guarda e assume giovani. E il 90% è laureato o diplomato, a dimostrazione che in questo campo si coniuga la quantità e la qualità. In questo modo di dà respiro ai giovani e la fuga dei cervelli viene cauterizzata».
All'iniziativa sono intervenuti anche Alessandro Armuzzi (segretario generale Ig-Ibd), Ketty Peris (consigliere SiDeMast) e Luigi Siniglia (presidente Sir) che hanno illustrato l'innovazione nella gestione delle malattie infiammatorie autoimmuni; mentre Annalisa Iezzi (direttore medico di AbbVie) ha evidenziato il valore della ricerca. «La ricerca scientifica porta valore - ha sottolineato Annalisa Iezzi - e porta alla sostenibilità in virtù del suo 'movente': la salute del paziente, in un sistema Italia che oggi è purtroppo in sofferenza. L'andamento però è di crescita, e l'Italia effettua oggi oltre il 20% delle attività di sperimentazione cliniche europee. Siamo un territorio florido per gli investimenti, in particolare nell'immunologia, non solo nella preclinica, ma anche nella sperimentazione clinica».