"Ogni individuo imprime il proprio valore su se stesso. E' la volontà che fa grande un uomo". Un grande poeta e filosofo tedesco del Settecento, Friedrich Schiller, l'aveva già inquadrato così, il grande tema del rapporto esistente tra il conseguimento di un risultato e la motivazione che lo ha alimentato. Insomma, è un po' forzata, ma Schiller in qualche modo l'aveva intuito: prima o poi, per migliorarsi, vedrai che il genere umano avrà bisogno di un mental coach. Cioè, letteralmente, un allenatore della mente.
"Spiegare bene cosa sia il coaching non è proprio semplice", spiega Davide Paccassoni, mental coach di Latina che segue, tra gli altri, anche la tre volte campionessa del mondo di ciclismo Martina Fidanza. Davide ha una storia pazzesca alle spalle. Era sul punto di diventare un grande calciatore, poi è stato sul punto di diventare una star della musica prima di diventare un promettente interior designer... Insomma quando ha capito che gli sarebbe servito fare uno scatto in più dal punto di vista mentale, ha deciso che quella era la sua strada. Nel senso che ha cercato un modo per superare i limiti, e poi ha iniziato ad aiutare gli altri a fare la stessa cosa. "Parliamo di una disciplina che forse non è nota al grande pubblico, ma che in certi ambienti è diventata fondamentale. Quando si parla di coaching entriamo in una sfera psicologica e filosofica. Così come aiutiamo il nostro corpo a raggiungere determinate prestazioni attraverso l'allenamento fisico, così dobbiamo fare con la nostra mente, educarla, allenarla. Il coaching è una disciplina che serve a mettere ordine nel disordine della mente delle persone, sia in ambito sportivo che professionale, ma anche privato, nella vita di tutti i giorni. L'obiettivo è quello di diventare eccellenti nel proprio ambito mettendo ordine e amplificando le proprie capacità, tirando fuori il meglio di se stessi e delle proprie competenze."
Dicevamo di una storia molto particolare. Davide Paccassoni nel 1999 inizia un percorso discografico importante con i Nexuno. Dalle radio di provincia ai palchi degli stadi e dei palazzetti più importanti. "Eravamo dentro a un sogno, abbiamo incontrato due persone che hanno creduto fermamente nel nostro progetto, prima Gianmaurizio Foderaro, pontino doc, autorevolissimo speaker radiofonicio della Rai che iniziò il suo percorso a Radio Luna, e poi Gigi D'Alessio, che ci chiese addirittura di aprire i suoi concerti e quindi di far conoscere la nostra musica. Da lì in avanti abbiamo costantemente lottato per conquistarci un nostro spazio nel mondo della discografia che non è certamente tra i più semplici. Abbiamo fatto un tour in tutto il Paese con Gigi D'Alessio e poi un altro con Radio Italia. Si sono poi alternati altri tour importanti in Germania, delle tappe in Romania, e poi un tour perfino in America". Dieci anni di viaggi, di incontri, di esperienze. "E' stato un periodo straordinario, mi ha permesso di crescere molto, soprattutto sul piano umano e caratteriale. E' stato lì che ho capito quanto fosse importante la gestione delle emozioni".
Per cominciare ad occuparsi di mental coaching però Davide ha messo a sistema il patrimonio di conoscenze che aveva iniziato ad acquisire da giovanissimo, quando giocava a calcio e subito dopo, soprattutto, come allenatore. "Ho messo insieme le esperienze delle mie tre vite ed il risultato è stato quasi naturale: le conoscenze acquisite con il calcio, la musica, il lavoro di progettazione di interni, mi hanno spinto ad approfondire alcune tematiche legate alla volontà, al sacrificio, alla valorizzazione delle capacità che ognuno di noi possiede. Ho capito qual era lo scopo della mia vita: aiutare gli altri. Ogni cosa mi riconduceva a questo ambito, mi ha portato a capire che il mental coaching era il mio vero obiettivo nella vita e quindi aiutare gli altri è una missione, lo faccio con grande entusiasmo, una passione che le persone che si affidano a me riescono a percepire".
Guai a parlare di guru, però. "Per carità, alla base di tutto ci sono sempre lo studio e il lavoro, l'applicazione. Per migliorare il rendimento di un atleta o di un team di lavoro organizziamo sessioni di allenamento, incontri per fare esercizi specifici per trasformare tutto questo poi in risultati concreti. La formazione senza azione non genera trasformazione. Formazione significa mettersi in discussione, capire che allenare la mente aiuta a raggiungere prestazioni di livello più elevato e lo puoi fare solo attraverso la conoscenza di alcuni strumenti e l'applicazione nella pratica di determinati principi" . Insomma non ci si improvvisa mental coach come qualcuno invece millanta. "Il percorso per diventarlo – sottolinea Davide - si basa su scuole riconosciute, per acquisire tecniche e strumenti per guidare le persone nel modo più corretto. Di certo senza un'attitudine di fondo però non si può essere utili fino in fondo, si tratta di avere uno spirito innato di aiuto verso il prossimo, mettersi in modo naturale al servizio degli altri".
Dal 2015, Davide ha aiutato tantissime persone a migliorare le proprie performance. "Certo, un po' di tutto. Manager di tante aziende, anche di primissimo livello come Swarovski e Carrefour, come pure tanti atleti professionisti. Non tutti amano condividere e per questo preferisco non fare nomi. Di sicuro invece la persona che da subito ha avuto il piacere di condividere anche attraverso i social il tipo di lavoro che stavamo svolgendo è stata Martina Fidanza, la ciclista tre volte campionessa del mondo, che nel dicembre scorso è stata premiata dal Coni con il prestigioso Collare d'Oro per meriti sportivi."
Con Martina forse i risultati hanno dato una soddisfazione così evidente che vale la pensa anche entrare nel dettaglio. Ma soprattutto per un aneddoto simpatico che rende bene l'idea poi dell'affiatamento che si crea tra atleta e coach. Racconta Davide: "Abbiamo lavorato sul dettaglio delle sue performance, su alcune interferenze esterne e da lì è nata una cosa molto vicina ad un claim, insomma un nostro marchio, che si chiama 'grazie sticazzi'...". Una cosa a metà tra tra un grido liberatorio e un'invocazione di poteri soprannaturali, insomma un mantra che poi magari non sarà così raffinato, ma a Davide piace così tanto che lo userà come titolo del suo secondo libro. "E' nato così, per gioco ma neanche tanto, durante una sessione di lavoro. Una frase che Martina ha individuato per liberarsi dai pensieri non utili, dalle interferenze esterne, per restare in focus sull'obiettivo e restare concentrata. Ho pensato che potesse essere utile condividere questa esperienza, in fondo da piccole cose come questa si possono intuire le potenzialità del lavoro che svolgiamo"
Davide ha già scritto un libro, si intitolava "Struttura il tuo successo". "Era una specie di guida in quattro fasi per sviluppare business e crescita personale. Quindi un libro nato con l'obiettivo di aiutare le persone a lavorare su se stesse". Una specie di invito a rapportarsi con il proprio pensiero in modo più consapevole per raggiungere e oltrepassare i propri limiti. Un'attività che Davide vorrebbe fosse più radicata tra le persone. "Il mental coaching è sicuramente utile a migliorare la nostra quotidianità. Dovrebbe essere già una disciplina al servizio dei ragazzi nelle scuole, è uno strumento utile in tutti gli ambiti della nostra vita e pertanto nello studio, al lavoro, negli ambiti sportivi. Spesso ci ritroviamo a dire di quella o dell'altra persona, 'se solo avesse avuto la testa o la mentalità giusta chissà dove sarebbe arrivato'. Ecco, questo significa che tante volte diamo per scontate certe abilità e invece andrebbero educate, allenate nel modo giusto. Dico sempre che a parità di strategia di due professionisti, la differenza la fa sempre la mentalità, l'approccio che hai nella gestione di problemi e difficoltà. Così nella vita come nello sport, e ovviamente nella professione. E non è un caso che ogni atleta professionista oggi si faccia affiancare da tre professionisti: il nutrizionista, il preparatore atletico ed il mental coach. Oggi le persone forti sono quelle che chiedono aiuto".