«Roccasecca dei Volsci, per me, è il paese più bello del mondo, perché la gente è bella. Ci sarò sempre per loro». Ousmane, detto "il calciatore" è già un mito nel torneo dei Rioni del centro collinare ausono. In Senegal giocava in serie A. A Roccasecca dei Volsci, invece, è un migrante, un richiedente asilo, un ultimo, arrivato lo scorso mese di settembre con altri 24 compagni e ospitato in una struttura di via Santa Croce. E invece di correre sul rettangolo verde, spazza il cimitero, rivernicia una ringhiera abbandonata e si dà da fare, come può, nella cittadina che lo ha ospitato. A parlare, in questi termini, è il sindaco di Roccasecca dei Volsci, Barbara Petroni, che poi, aggiunge: «Accanto a lui, nella Sala Cambellotti a Latina, c'è Sidi, il cuoco. Da quando è arrivato a Roccasecca ha imparato le ricette della tradizione e ha cucinato nelle Sagre di paese, in giro per i Monti Lepini». Insomma, cercano di rendersi utili. La loro testimonianza - sottolinea Barbara Petroni - conclude due ore e mezza di focus sul sistema di accoglienza curato, l'altro giorno, dalla Prefettura di Latina e realizzato in collaborazione con Comuni e associazioni del terzo settore, in cui sono state raccontate le buone pratiche pontine in fatto di gestione dei migranti: «Non vogliamo dare agli ospiti un posto in cui dormire, ma un posto in cui vivere», ha sottolineato il prefetto Pierluigi Faloni, che prima ha illustrato i dati e, poi, ha fato raccontare a sindaci, associazioni e cooperative l'esperienza che si sta facendo sul territorio. A Roccasecca dei Volsci, i venticinque migranti sono stati subito accolti con solidarietà e aiuti da parte dei cittadini, anche se in molti temevano che il paese, privo di servizi sanitari e di pubblica sicurezza, non potesse garantire un'ospitalità degna di questo nome. Ora le cose vanno decisamente meglio e l'integrazione è sicuramente a buon punto.
Integrazione dei migranti, ecco le storie di Ousmane e Sidi: "A Roccasecca non siamo ospiti"
Roccasecca Dei Volsci - I due richiedenti asilo raccontano le loro esperienze nel centro ausono. La cittadinanza oggi non li vede come stranieri