L'unico gioco che ti prende e non ti lascia smettere più sull'isola di Vetotene è quello con le carte napoletane al tavolino del bar, con il mare sotto che pure in inverno è placido come si confà alle isole tranquille. E infatti questo è anche l'unico Comune di tutta la provincia di Latina dove non si gioca d'azzardo, non ci sono sale slot né macchinette acchiappasoldi e altre diavolerie che hanno ridotto, invece, il circodario del sud pontino in uno di quelli più a rischio in ambito nazionale sul fronte delle ludopatie. Il dato, emerso dal recente rapporto del gruppo Gedi, viene ripreso finanche dalla Diocesi di Gaeta che ricorda appunto i valori di gioco allarmanti in città come Minturno e Formia e si aggrappa a quello che è l'unico elemento positivo e prevedibile, ossia l'assenza di macchinette per il gioco d'azzardo a Ventotene, l'isola che resiste un po' a tutto anche agli urti delle mode e che è riuscita persino a tenere aperta l'unica scuola che accoglie i bambini dalla prima elementare alle medie. Con la stessa testardaggine coltiva il suo sogno europeo e il suo museo. E probabilmente questo nel dna degli isolani contribuisce a non installare le macchinette nel bar, neppure in estate quando la popolazione si moltiplica e il turismo consentirebbe di avere comunque una clientela specifica. Molto di quanto accade a Ventotene è diverso da ciò che si vede nel resto nel mondo: per esempio ci sono viaggiatori che arrivano fin sull'isola nelle primavere ventose solo per vedere il passaggio degli uccelli migratori e c'è chi affitta una piccola barca per guardare da vicino il carcere dove furono reclusi antifascisti impenitenti. In un posto così si può continuare a giocare a briscola mentre altrove la media di gioco pro capite arriva fino a 900 euro all'anno e ci sono 7,5 apparecchi slot ogni mille abitanti.