Una messa e una cerimonia ristretta per ricordare la figura di Menotti Garibaldi nel 115esimo anniversario dal giorno della sua morte. Ieri mattina, presso la tenuta di Carano, gli eredi dell'eroe risorgimentale, insieme all'assessore alla Cultura Elvis Martino e al consigliere provinciale del nastro azzurro e presidente provinciale degli artiglieri d'Italia Tommaso Baruffaldi, hanno preso parte alla messa che si è svolta presso la piccola cappella di Carano, officiata dal parroco di Campoverde don Andreas. Terminato il rito, il piccolo corteo ha raggiunto la tomba, protetta dal boschetto di canne di bambù per depositare un omaggio floreale. E' stata l'occasione per rievocare un personaggio storico importante del periodo risorgimentale, la storia del quale si è incrociata con il territorio di Aprilia e con la frazione di Carano nel 1974, quando ricevette in enfiteusi perpetua terreni un tempo appartenuti al clero. Una scelta che gli portò la scomunica. Pioniere della bonifica, Menotti morì di malaria a Roma il 22 agosto 1903 e la famiglia significativamente decise di riportare le spoglie nella tenuta di Carano, alla quale fu legato in vita e resto legato anche dopo la morte. Ai funerali laici prese parte anche il poeta e scrittore Gabriele D'Annunzio e anche per questo la famiglia, che da alcuni anni ha deciso di affiancare la cerimonia più privata celebrata il giorno della morte a quella spostata il 17 marzo: «per garantire una maggiore partecipazione anche da parte delle scuole», lavora nell'intento di calamitare l'attenzione anche organizzando convegni tematici che valorizzino la figura di Menotti e delle persone illustri che, come il Vate d'Italia, fecero visita nel quartiere periferico per omaggiarlo.