Si chiama bonus sociale idrico e in bolletta è indicato come «quota di solidarietà». Si tratta di una somma (in centesimi di euro) che serve per alimentare il fondo sociale con cui vengono garantite le forniture minime essenziali alle fasce sociali molto basse. In base alla relazione allegata alle bollette di Acqualatina questa voce indicata come «oneri per la perequazione dei costi relativi all'erogazione del bonus sociale idrico – componente U3» che aumenta la voce acquedotto dell'0,005 per cento al metro cubo.
Il dovere di garantire l'accesso all'acqua anche a chi non può permetterselo è stabilito dall'Autority del settore e fino allo scorso anno era impropriamente caricato sul bilancio della Provincia pur non essendo questo organismo deputato direttamente a fornire l'acqua a chi non può permettersi di pagarla.
Invece il contratto di servizio idrico integrato prevede voci volte alla mutualità generale, succede la stessa cosa con la depurazione e altri servizi, tutti pagano perché la copertura sia generale, quindi volta anche a chi per ragioni diverse non può pagare. La media degli stanziamenti dell'amministrazione provinciale sul fondo sociale per il servizio idrico ai non abbienti è stata di circa mezzo milione di euro l'anno e fino a due anni era un passaggio contabile consentito.