Tra meno di un anno si vota. Ancora presto per tracciare bilanci dell’operato dell’amministrazione che lascerà il posto a una nuova, ma dei 9 anni e quattro mesi di gestione Campoli si possono cominciare ad analizzare nel dettaglio le cose fatte e, soprattutto, quelle non fatte durante i due mandati.

Tra queste spicca il non essere riusciti a risolvere la questione legata all’Anfiteatro. Campoli, a onor del vero, si è ritrovato tra le mani una patata bollente lasciata dai suoi predecessori (con lui medesimo consigliere provinciale), ma in questi nove anni ha dato poca importanza a quello che in molti hanno considerato un “ecomostro” e che ogni tanto finisce agli onori delle cronache nazionali annoverato come spreco di denaro pubblico.

Campoli e i suoi si sono limitati a chiedere quasi un milione di euro per il suo completamento, senza considerare il rischio che la Regione lo dismettesse al miglior offerente e senza mai dare troppa importanza alla richiesta della Ue per i soldi già spesi in un’opera che non riaprirà mai. Oltre al Teatro Italiano ormai ridotto a un cumulo di macerie, all’attuale amministrazione nei dieci anni trascorsi alla guida della città non va riconosciuto l’impegno promesso sulla questione delle periferie di Sezze.

Alcune di loro sono abbandonate, altre pagano a carissimo prezzo problemi idrici soprattutto d’estate, mentre la maggior parte si carica sulle proprie spalle una differenziata che lì non riesce ad arrivare. Discorso a parte meriterebbe la situazione della Strada Regionale 156, con sindaco e squadra mai sembrati tanto interessati alle decisioni della Regione Lazio in merito al tratto che collega Latina e Frosinone.

Ma i due punti sui quali il sindaco punterà tutto quello che resta da qui alla fine saranno quello relativo al depuratore e quello sul Piano Regolatore Generale. Sul primo, opera maestosa che il primo cittadino non perde occasione di sottolineare, peserebbero i ritardi della Regione a pagare il finanziato. Ma Campoli ha promesso di chiudere la partita prima del voto. Il secondo, invece, che probabilmente gli fece ottenere un bel pugno di voti che lo portarono al 70,2% di consensi, è stato sepolto per quattro anni nei cassetti degli uffici comunali.

Ma adesso è arrivato sui tavoli dei tecnici della Pisana. E anche in questo caso il sindaco ha promesso che la faccenda si chiuderà prima che i suoi concittadini saranno chiamati a scegliere il suo erede sulla poltrona più alta.