"La sentenza di condanna emessa ieri, relativamente alla manomissione del bilancio comunale praticata per molti anni fino al mio insediamento nel 2011, mi porta a fare delle riflessioni". L'ex sindaco Nicola Procaccini e candidato alle prossime elezioni, Nicola Procaccini, all'indomani della sentenza del tribunale di Latina nei confronti dell'ex dirigente al dipartimento finanziario, ricostruisce i fatti. "Nel corso dell’ultima campagna elettorale affermai, in tutte le occasioni possibili, la mia contrarietà alla dichiarazione di dissesto finanziario. Conoscevo la gravità della situazione delle nostre casse comunali. Credo che qualunque terracinese ne avesse contezza. D’altra parte, non venivano pagati i dipendenti comunali, né la ditta per la raccolta rifiuti, né quella del verde pubblico. Praticamente non si riusciva a pagare più nessuno e la città, anno dopo anno, era costretta a scavare sempre di più il fondo del baratro in cui era precipitata". Tutti sanno come andò a finire, col default dichiarato a settembre del 2011, poco dopo l'elezione in Consiglio. Prima di quella decisione, racconta però Procaccini, un momento critico. "Un giorno, per la precisione il primo giorno appena divenuto sindaco, l’amara scoperta: il bilancio truccato. Cioè, non solo dovevamo scalare la montagna di debiti che risultava dalle carte ufficiali, ma dalle indagini interne avviate dal nuovo dirigente finanziario, era emerso un’ulteriore buco finanziario per oltre 32 milioni di euro, di cui nessuno poteva sapere se non coloro che l’avevano creato. In quasi dieci anni, per più di 1500 volte, qualcuno aveva taroccato le entrate e le uscite del nostro bilancio cittadino, creando un finto pareggio finanziario che nella realtà non esisteva. Da questa terribile scoperta, scaturì l’inevitabile decisione di dichiarare il dissesto. Il bello arriva adesso: da parte di coloro che avevano prodotto questo disastro sono stato accusato di essere un visionario, uno che aveva tradito la promessa fatta agli elettori di non dichiarare il dissesto. Ieri un tribunale della Repubblica Italiana, ha affermato che le mie non erano delle “visioni”, ma la pura e drammatica verità. Resta l’amarezza di sapere che chi pagherà penalmente (se la condanna dovesse essere confermata anche in appello) sarà solo un dipendente comunale, e non la politica di allora su cui grava il peso storico di questo disastro legale ed economico".