L'ex consigliere Vittorio Marzullo torna ad attaccare il direttore generale dell'Azienda speciale Carla Amici. Diversi i punti affrontati, dopo la denuncia de Il Sestante dei giorni scorsi in cui si contestava la mancata trasparenza dell'ente strumentale del Comune.
Trasparenza e Web
Nella conferenza stampa dei mesi scorsi Carla Amici aveva annunciato che entro il 31 gennaio la sezione "amministrazione trasparente del sito dell'Azienda sarebbe stato completato. "Nulla vi è sul sito dellâAzienda Speciale Terracina in materia di trasparenza, se non il titolo, ma dentro è una scatola vuota" attacca Marzullo. "Non vi è il regolamento sulla trasparenza a cui lâEnte deve sottostare".
Il contratto del direttore generale
Marzullo contesta anche la mancata comunicazione sul rinnovo del contratto a Carla Amici, scaduto a dicembre scorso. "Il Cda non ha mai detto a nessuno per quali motivi e per quanto tempo ha provveduto a rinnovare il contratto, se nel  rinnovo sono compresi tutti i trattamenti privilegiati di cui la stessa ha goduto negli anni passati in virtù di un contratto individuale di miglior favore, se la stessa conserva o no lâincarico di fornire, con pagamento di apposita parcella a parte, la consulenza Fiscale e del Lavoro allâAzienda Speciale, con la collaborazione del suo studio Amici ed associati. I cittadini hanno diritto di sapere, quindi si attivi subito la trasparenza tramite Web".
Stilettate anche al segretario comunale Marco Raponi, accusato di essere intervenuto di recente nella sua relazione "con dei giudizi politici che nulla hanno a che vedere con il suo compito di far rispettare, anche nellâAzienda Speciale, le leggi sulla trasparenza e le incompatibilità , e che ha grosse responsabilità , come quando per anni non ha risposto alle mie richieste dâintervento". Infine il bilancio dell'Azienda, ancora una volta in relazione al contratto del direttore generale. Marzullo si chiede "quanto costa alla collettività terracinese, o meglio, quanto incide tra costi diretti, indiretti e di consulenza in termini percentuali sui trasferimenti del Comune allâAzienda Speciale e se questi costi sono compatibili con le finalità dellâazienda stessa". L'ex politico si chiede "se una struttura che dispone di un Assessore ai servizi sociali, un dirigente ai servizi sociali, di unâalta professionalità ai servizi sociali ha effettivamente bisogno di un Direttore che lavora la metà circa dellâorario dei Dirigenti Comunali e che costa molto di più in termini percentuali. Questi soldi non sarebbe meglio destinarli allâassistenza dei soggetti sociali, emarginati e più deboli del nostro tessuto sociale?Â
L'Azienda speciale è utile ma va rinnovata
Marzullo si tira fuori dal gruppo di coloro che vorrebbero sostituire l'Azienda speciale con altro. "Riconosco la necessità che ha il nostro Comune di avere una struttura che si occupi solo e soltanto di assistenza sociale, assistenza ai soggetti più deboli della società , per cui questo ruolo va depurato da inquinamenti impropri della sua attività , finalizzati ad usi clientelari che nel tempo hanno fatto etichettare e caratterizzare ai più, lâazienda  come assumificio", scrive. "Lâazienda deve liberarsi di compiti impropri, e mi riferisco ai diversi bagni di sangue ed inefficienze riscontrate nella gestione dei parcheggi, del Tempio di Giove, degli arenili comunali dei cimiteri comunali e così via, che con le loro perdite di bilancio, hanno sottratto risorse allâassistenza". La soluzione delle cooperative è, per Marzullo, da escludersi. "Lâesperienza passata ci dice che esse sono state un carrozzone in cui tutti i partiti vi hanno inzuppato il pane, dico tutti. Basta citare il costo di 22 Euro lâora pagato da Comune  alle stesse quando il costo della manodopera era 5/6 Euro lâora, per capire di che parlo. Per cui se si vuole aprire al privato si apra pure ma in regime di concorrenza tra tutti i soggetti e non tra le coop consorziate tra loro senza concorrenza, come è stato in passato".Â