Scoppia la grana per l'ex società del Terracina Calcio, raggiunta da una determinazione del Comune che chiede il conto di utenze non pagate per quasi 400 mila euro. Nel documento firmato dal dirigente di settore, si chiede conto di almeno 370 mila euro mai pagati per le utenze dell'acqua e circa 30 mila per l'energia elettrica. Questo in virtù di una convenzione firmata nel 2012 con la quale il Comune diede in concessione lo stadio Colavolpe alla società, poi liquidata, la quale avrebbe dovuto farsi carico di tutte le spese. 

I solleciti sono arrivati a iosa tra marzo e giugno del 2014, con richieste di adempiere alle volture, e poi di pagare. Ma niente.

Ora il Comune avvia le procedure esecutive per il recupero delle oltre 400 mila euro. Perché l'ex amministratore unico, Jennifer Varroni, dopo aver assicurato lo scorso anno di voler adempiere ai pagamenti entro il 31 dicembre, non ha, scrive il Comune, dato più riscontri. E ora tutto finisce nelle mani dell'avvocatura comunale per il recupero coatto.

Sulla questione interviene Gina Cetrone, candidata sindaco con la lista Sì Cambia, che se la prende con gli ex amministratori comunali: "Dal 15 novembre del 2011, giorno della stipula della convenzione tra il Comune di Terracina e la EX benemerita società sportiva calcistica, quest’ultima non ha mai né volturato le utenze di energia elettrica, acqua e riscaldamento, né pagato alcuno di questi servizi". attacca l'ex consigliera regionale. "Né tantomeno l‘amministrazione comunale e gli uffici dell’ente si sono periziati di controllare quanto stava accadendo a una società, che le cronache giornalistiche cittadine davano in gravissime difficoltà finanziarie".

Cetrone parla di danno doppio, poiché "dall’anno 2011, inizio della convenzione e fino al febbraio 2014 quest’andazzo è stato ignorato: gli uffici comunali, però, il 5 di marzo 2014 emettono una diffida alla società di calcio sollecitandola ad adempiere il pagamento dei debiti contratti con la comunità terracinese. Debiti come appresso ricomposti: 370.086,84 euro per utenze acqua e 30.176,92 euro per utenze energia elettrica, salvo conguaglio. Ma evidentemente già a marzo del 2014 il grosso del danno era stato compiuto e dopo circa due anni da quella data nessun recupero del credito vantato dal Comune è stato possibile introitare dalla società calcistica, che nel frattempo non si è iscritta al campionato di Eccellenza, dopo la retrocessione dalla Serie D e ha consegnato lo stadio Mario Colavolpe in uno stato che definire pietoso è un eufemismo. Tanto è vero che per riportarlo alla pratica sportiva, crediamo siano necessarie altre migliaia di euro, se non centinaia".Â