Il vertice con l'Ascom ha lasciato aperto uno spiraglio sulle possibili modifiche all'ordinanza restrittiva in materia di orari per i locali notturni. Ieri il presidente dell'Ascom Giovanni Amuro ha incontrato il sub commissario Antonietta Orlando e il comandante della polizia locale Fernando Di Crescenzo, oltre che i funzionari del settore Commercio: "E' stata palesata una relativa disponibilità ad apportare dei correttivi, io voglio sentire la base dei commercianti ed elaborare con loro delle proposte", ha spiegato Amuro. "E' quello che ci hanno chiesto".

Intanto da Il Sestante difende il provvedimento commissariale in un lungo intervento affidato al candidato sindaco Agostino Pernarella: "Bisogna finirla di raccontare falsità utilizzando sempre la scarsa informazione dei cittadini sulle questioni amministrative figlia di un’altrettanta scarsa cultura della partecipazione alla vita di una città artatamente ben coltivata da chi gestisce il potere o vorrà gestirlo" è l'esordio. "L’ordinanza della Ocello è arrivata a seguito di una serie di atti a supporto prodotti in primis da ben tre distinte forze dell’ordine, Questura, Carabinieri e Polizia Locale. La prima a gennaio aveva chiesto al commissario di governo di valutare la necessità di regolamentare l’orario dei suddetti esercizi dopo ampia relazione frutto di un continuo monitoraggio dei locali. I Carabinieri, sempre a gennaio, avevano inviato una nota in Comune, dettagliata anche questa da apposita relazione sulla situazione dei locali, con la quale indicavano l’opportunità di un intervento da parte dell’ente comunale “con idonei provvedimenti poiché la situazione relazionata costituisce indubbiamente un grave pericolo per l’ordine pubblico, la moralità pubblica, il buon costume e la sicurezza dei cittadini”, come si legge nell’ordinanza. Infine la Polizia Locale, problemi di gestione igienico sanitario nelle immediate vicinanze della attività commerciali, anche a causa degli orari di chiusura dilatati. Numerosi esposti ricevuti da cittadini, strutture alberghiere, associazioni, per disturbo alla quiete pubblica (schiamazzi fino alle 6 di mattina), nelle varie piazze della città. Liti e colluttazioni guarda caso nei pressi dei locali, per non parlare degli atti vandalici. E tralasciamo la follia del delitto di piazza Garibaldi".

"Oltre alle relazioni - continua Pernarella - c’è da sottolineare che la Ocello a giugno dello scorso anno aveva concesso la deroga per la chiusura alle 4 e che è stata tristemente disattesa poiché qualche fenomeno di operatore era andato ben oltre l’orario pattuito superando anche i limiti dell’emissioni acustiche. Nel merito degli orari indicati è utile ricordare che il commissario ha stabilito ad esempio per il periodo estivo che va dal 1 giugno al 31 agosto orario di apertura alle 5 e chiusura max alle 3 nei giorni di venerdì, sabato e tutti i prefestivi, mentre per gli infrasettimanali alle 2, mentre per il 14 e 15 agosto chiusura alle 4. Ovvero tra la chiusura e l’apertura intercorrono 2-3 ore di buco. 2-3 ore di buco nelle 24 ore totali. Perché di questo stiamo parlando in tema di orari di chiusura e apertura. Per quanto ci riguarda l’unica richiesta di modifica potrebbe riguardare il periodo con una estensione al 30 settembre anziché il 31 agosto. E veniamo invece al senso del provvedimento. Un’amara ciliegina su una torta immangiabile. Perché la questione va risolta a monte. Noi pensiamo che davanti al diritto delle attività commerciali di rimanere aperte come e quando vogliono (c’è una copiosa giurisprudenza che limita tale attività per tutela di un interesse pubblico) ci sia un altrettanto sacro diritto dei cittadini residenti nelle zone centrali dove insistono i locali, e ci riferiamo anche agli stabilimenti balneari, al riposo. Perché oltre agli anziani, alle persone che non stanno bene ci sono anche cittadini che ogni mattina si alzano per andare al lavoro, magari prendendo il treno all’alba dopo notti insonni causate da schiamazzi, musica a palla ed altro, e dopo essere stati anche presi a cattive parole se non minacciati perché hanno osato lamentarsi. Si possono benissimo coniugare necessità di lavoro e svago a quelle della quiete pubblica, dell’ordine pubblico, semplicemente rispettando intanto un’ordinanza che quanto a limiti di orario abbiamo visto che parliamo del nulla e poi gli stessi gestori dei locali dovrebbero avere un ruolo strategico di comunicazione promovendo insieme alle stesse forze dell’ordine o ad associazioni serate dedicate a sensibilizzare i giovani ai temi del rispetto, del senso civico, del bere responsabile. Costruire e non demonizzare. Condividere e collaborare e non generare conflitto. Ben venga l’ordinanza quindi e con essa il senso civico di una città".Â