Un milione di euro, o poco più. Questo andrebbe in tasca ad un ipotetico promotore finanziario che volesse investire capitali nella demolizione e ricostruzione dell’ex mercato Arene per poi rinvenderlo in unità immobiliari. È una della cifre che emerge dalla stima fatta dall’Agenzia delle entrate su richiesta dell’amministrazione comunale. In base a una serie di fattori legati al mercato immobiliare locale, alle condizioni dell’immobile e ai costi di costruzione, i tecnici dell’Agenzia delle entrate hanno stimato in due milioni di euro il valore di vendita dell’edificio da parte del Comune, ma in ben 8 milioni di euro il valore ottenibile dopo la trasformazione edilizia da parte di un privato.

Insomma, chi acquisterà e deciderà di investire sull’ex mercato per farne anche solo in parte unità immobiliari (un complesso su due piani di oltre 3 mila metri quadrati) stando alle stime, potrebbe ricavarci una bella plusvalenza, sempre che i dati del mercato immobiliare restino inalterati. I due milioni di euro del valore di vendita sono infatti ricavati dalla differenza tra i costi complessivi di costruzione e il suo possibile valore di vendita una volta messo a nuovo. Si parte da quest’ultimo, calcolato in otto milioni, per poi togliere i costi di trasformazione che, sempre secondo lo studio, non sono pochi: circa 5,3 milioni di euro, compresa la plusvalenza.

Ma c’è un ma. Perché dopo due gare deserte, nei giorni scorsi l’immobile di via Benito Florio è tornato al pubblico incanto ad una cifra più bassa di 400 mila euro, il che andrebbe a sicuro vantaggio dell’investitore, che a fronte di un valore finale inalterato risparmierebbe un quinto del valore d’acquisto. E non è detto che qualcuno possa farci un pensierino. Le offerte possono essere presentate al notaio Lucio Nastri entro il 27 aprile, base d’asta un milione 600 mila euro.

Intanto però prosegue la mobilitazione politica e associazionistica di chi si oppone alla vendita dell’ex mercato che dovrebbe invece diventare una Casa della cultura. Un fronte trasversale che registra al momento un’interrogazione parlamentare da parte del gruppo Possibile di Pippo Civati al ministro Franceschini, un Pd in prima linea per farne un polo culturale e anche un comitato che proprio giovedì scorso si è riunito e ha deciso di chiedere a tutti i candidati sindaco di firmare contro, costituire un pool di avvocati per fare ricorso al Tar contro la delibera di vendita e organizzare eventi culturali in quell’area. Ma il tempo stringe.