Sono trascorsi dieci anni, chissà quanti ne passeranno ancora. Ci sono bambini che nel frattempo sono diventati adulti sentendo la storia degli ascensori che metterebbero in collegamento la parte bassa con quella alta della città e risolverebbero parecchi problemi della viabilità nel centro storico. Le strutture prevedono un doppio elevatore che metterebbe in collegamento via Roma con piazza Domitilla passando per via Posterula. Siamo, per capirci, nella zona della Rampa Braschi. Tutto bello, ci mancherebbe. Perizie, varianti, progetti, sondaggi e scavi: questa volta, almeno stando alle carte, siamo in dirittura d’arrivo. A quanto pare a breve dovrebbe svolgersi un sopralluogo con un geologo. Ma sul più bello, e senza che sia stato neppure avviato il cantiere, c’è il rischio che resti tutto appeso ai finanziamenti. Sì, sempre e solo soldi.

Ma per capire meglio occorre fare un passo (lungo quasi dieci anni) indietro. Il progetto di piano integrato per la mobilità venne finanziato dalla Regione Lazio per un milione 200 mila euro. Il 10% venne concesso subito per la progettazione, il 50% contestualmente alla gara d’appalto. Fuori dalle percentuali, si parla di circa 800 mila euro. I soldi vennero usati per altro, viste le lungaggini burocratiche e il Comune ha dovuto rifondere le somme. In bilancio 2015 sono stati inseriti 350 mila euro. Gli altri 450 mila sono per il 2016. Ma cosa prevede il progetto? Si tratta di realizzare un doppio ascensore, nei pressi di una stazione di carburante e l’ufficio postale centrale in via Roma. Oltre a questo, la realizzazione di un nuovo parcheggio alle ex autolinee per circa 70 posti macchina. Ma una parte del progetto iniziale, con una variante passata sotto la giunta dell’ex sindaco Procaccini, viene spostata nella zona dell’acquedotto di Acqualatina a San Domenico. 

La questione resta comunque quella economica. Perché se è vero che il Comune riuscirà (e questo sarà tutto da vedere) a rimettere in conto gli 800 mila euro circa erogati già anni fa dalla Regione Lazio, il rebus è sul resto dei soldi. Possibile che, ad anni di distanza, da Roma siano ancora disposti a rimettere sul tavolo quei soldi? Se non impossibile, è altamente probabile. E allora, con un 60% di copertura e il restante da verificare, l’impressione è che prima che gli ascensori possano davvero fare su e giù, di tempo ne passerà ancora molto. Meglio cominciare a incamminarsi a piedi.Â