"E’ per me inaccettabile dover rinunciare al progetto di riqualificazione del quartiere Arene e per questo torno a ribadire il mio secco “no” alla vendita dell’ex mercato coperto di via Benito Di Florio. Trovo inaccettabile che si antepongano le ragioni finanziarie dell’ente alla necessità di fornire il quartiere Arene di servizi oggi inesistenti e alla giusta opportunità di riscatto dei residenti". E' il candidato sindaco del Pd Alessandro Di Tommaso a tornare a parlare della vendita dell'ex mercato dove invece avrebbe voluto realizzare un polo culturale. Ma, vista l'ormai imminente asta pubblica, l'aspirante primo cittadino intende puntare il dito contro chi, a suo avviso, ha portato a questo stato di cose.

"L’iter avviato per l’alienazione - attacca - tradisce la nostra volontà politica di fare del progetto Casa della cultura il punto essenziale della riqualificazione urbanistica e sociale di un’area importantissima per la città. Esprimo la mia profonda contraddizione all'ennesimo tentativo di speculazione edilizia in danno della collettività che se portata a termine troverà una responsabilità politica nella passata amministrazione di Procaccini e Corradini che ha tradito una deliberazione votata all’unanimità del Consiglio comunale, lasciando il bene nella lista degli immobili alienabili. Ci sono profonde responsabilità politiche-amministrative che fondano le proprie radici nell'incapacità di immaginare nuove e possibili soluzioni alternative. In questi anni non è stato mai aggiornato l'elenco dei beni disponibili del comune attraverso l'aggiornamento dei dati catastali, si sono perse opportunità di finanziamento e non si è proceduto al completamento degli edifici di via Calcatore come promesso dalla giunta Procaccini. Insomma un fallimento totale, oltre che economico di gestione. In quanto al bando di gara non sospeso dal commissario prefettizio, mi auguro che vada deserto in modo tale che la prossima amministrazione democraticamente eletta, della quale faremo parte, possa trovare un’alternativa alle esigenze di risanamento finanziario dell’ente che oggi probabilmente non è stata neanche cercata".