Non si è fatta attendere la replica del direttore del museo Piero Longo all'accusa, contenuta in un esposto a Corte dei Conti e procura, del Meetup Terracina 5 Stelle. Il direttore annuncia querele: «Resto sbigottito da accuse così campate in aria. Sarebbe bastato alzare il telefono per avere tutti i chiarimenti. Confermo che è agli atti un corposo scambio epistolare via posta certificata con Regione e Soprintendenza su ogni passo compiuto per i trasferimenti. Il 12 dicembre scorso ho comunicato alla Soprintendenza, che con i suoi rappresentanti è qui quasi ogni settimana, l’elenco dei pezzi che avrei movimentato, il valore, la proprietà comunale o statale, e anche la temporanea chiusura del museo. Per il “Capponi” c’è già un progetto approvato per farne il museo del centro storico, anch’esso accolto». Insomma, secondo Longo siamo di fronte a un abbaglio. «Vorrei dire a questi attivisti che bastava interloquire per avere gli atti, ora li produrrò in altra sede. Vorrei rassicurarli anche sul personale non ricollocato, che è servito per custodire i pezzi rimasti all’interno e a supporto di aperture e chiusure dovute ai trasferimenti. Quanto agli ingressi, nel 2015 sono stati 3.600 e non 2.500. L’unica assenza registrata è quella dei gruppi provenienti dalle visite guidate, vere o presunte. Nemmeno una».