Cresce di un milione di euro nel 2016 il costo del servizio dei rifiuti, che dagli 8 milioni e mezzo dello scorso anno passa ai 9 e mezzo del 2016. Il rincaro, ancora una volta, è dovuto a politiche finanziarie prudenziali del commissario Erminia Ocello, che vede un accantonamento di circa un milione di euro a copertura di eventuali rischi, soprattutto per un contenzioso con la società uscente Servizi Industriali.

Nei fatti, questo aumento del costo si ripercuote in bolletta sia sulle attività commerciali che sulle utenze domestiche. Per alcune categorie commerciali gli aumenti sono consistenti. Come i banchi di mercato dei generi alimentari, che lo scorso anno pagavano 10,4 euro a metro quadrato in un anno per la quota fissa, e 17,6 di quota variabile. Nel 2016 il metro quadrato costerà 12 euro (quasi 2 euro in più) e la variabile (calibrata sul tipo di rifiuto prodotto), 21,6 euro. Un banco di 8 metri quadrati che nel 2015 pagava 100 euro (10,4 x 8 + 17,6), per il 2016 pagherà 117 euro.

Stangata anche per ortofrutta e pescherie, vivai e pizzerie al taglio. Dai 12,68 euro a metro quadrato e i 21,5 di quota variabile passano nel 2016 ai 14,6/mq e 26,29 di quota variabile. In soldoni, una pescheria di 30 metri quadrati che nel 2015 pagava 401 euro l’anno, 464 euro circa, con un incremento di 64 euro.

Stesso discorso per bar e pasticcerie: con 50 metri quadrati di negozio, dai 379 euro del 2015 si pagherà 438 euro. Per altre categorie gli importi sono aumentati di meno, ma solo in un caso sono scesi rispetto al 2015, e si tratta di ospedali.
Anche per le utenze domestiche sono previsti rincari. Aumenta soprattutto la quota variabile, legata alla quantità dei rifiuti prodotti. Una casa di 80 metri quadrati con tre componenti nel 2015 pagava circa 256 euro l’anno, per il 2016 pagherà 268 euro. Cinque componenti passano da 374 euro a 395 euro, solo per restare alla famiglia media. Ma gli aumenti sono per tutti, dai single alle famiglie numerose.

L’aumento in bolletta dei rifiuti arriva dopo una riduzione registrata negli anni passati, che si era attestata anche a quote del 10%. La questione è legata principalmente ad alcuni fattori. Da un lato la difficoltà di incassare l’intero importo a copertura del servizio per l’alto tasso di evasione fiscale. Dall’altro l’aumento del costo del servizio, legato al rischio di perdita del contenzioso con la Servizi Industriali. Si sono accantonate somme aggiuntive. Che pagano i cittadini.