Alla fine è arrivata pure la rendicontazione. Può considerarsi soddisfatta la Provincia di Latina di aver finanziato un’opera “fantasma”. La Provincia e tutti i cittadini che, con le loro tasse, hanno contribuito. Sì, perché finalmente a Terracina è stata ultimata e rendicontata in tutte le sue spese, dagli architetti ai direttori dei lavori, dai responsabili della sicurezza alle ditte – due – appaltatrici dei vari stralci, l’isola ecologica per i rifiuti. Manca solo un particolare: l’apertura ai cittadini. Ad oggi, infatti i costi - 300 mila euro circa – non trovano una giustificazione. E fino a quando l’isola ecologica di Borgo Hermada non aprirà al pubblico, con orari, funzioni e l’utilità nel ciclo dei rifiuti per cui è stata finanziata, rappresenterà soltanto un enorme spreco.

Per realizzare l’isola ecologica – progetto partito da finanziamenti risalenti anche al 2006 per un'isola ecologica portuale, poi convertiti, e avviato nel 2013 - hanno lavorato in tanti. Un coordinatore per la sicurezza per 6 mila 400 euro, un progettista per 5 mila euro, dipendenti comunali per 1.700 euro, un altro progettista (strutturale) per 1.900 euro, un geologo per 300 euro. E siamo solo al progetto. La realizzazione, in tre stralci, è stata affidata a due ditte. La Corrado Iannizzi costruzioni, che ha lavorato per 32 mila euro, e la EsseCi di Anagni, che ha fatturato 90 mila 500 euro circa di lavori. Ma mica è finita qui. Sono stati spesi poco meno di 40 mila euro (appena sotto la soglia per l’acquisto diretto senza gara e preventivi) per acquistare dalla Eurven la fornitura di quattro macchine per la raccolta differenziata; altre 18 mila euro per l’acquisto di una struttura che consente l’accesso e il movimento ai disabili, dalla ditta Di Mauro Marco e Mauri Marco e ben 28.670 euro per l’acquisto di un sistema di pesatura dalla società Bilanciai. Il problema è che questi materiali, tutti questi materiali, sono stati acquistati circa due anni fa. E fino ad oggi hanno stazionato, pioggia vento e tempesta, nell'isola, senza entrare un giorno in funzione.

Ieri ci siamo recati di nuovo nell’area di via Pantani da Basso. Tutto uguale. Forse hanno tagliato l’erba, e chissà che non sia per iniziare a metterla in funzione. Lo si spera vivamente. Un fatto è certo. Dalla prima consiliatura Procaccini, passando per il commissariamento e arrivando ad oggi, gli annunci di apertura imminente sono stati da record. Eppure l’isola è ancora chiusa, lo spreco si perpetua.Â