Ci sarà una zona «I» che comprende aree demaniali e specchi acquei marcati dalla Bandiera Blu, e una zona «II» che raccoglie le aree escluse. Questo dice la delibera di giunta approvata nei giorni scorsi dall’esecutivo Procaccini, che così cerca di «determinare condizioni di equità tra i concessionari», dopo le proteste e il ricorso al Tar dello scorso anno, quando gli operatori balneari si videro piombati in classe A e dunque con i canoni da pagare raddoppiati. Nei Comuni turistici, infatti, in ossequio alla legge regionale 7 del 14 luglio 2014, chi opera su concessioni demaniali, pagano un canone diverso a seconda che la concessione sia inserita in classe A (alta valenza turistica) o B (normale valenza turistica). Una classe determinata da un punteggio che si raggiunge rendicontando una serie di servizi: la presenza di aree protette, gli arrivi turistici, l’offerta di posti letto, la Bandiera Blu, la presenza di scali ferroviari, il fenomeno erosivo, e così via. Terracina, dopo il calcolo degli uffici eseguito dagli uffici sulla base di testi indicati dalla Pisana, si era scoperta tutta in classe A, nonostante la Bandiera Blu avesse, essendo la prima, conferito solo 3,50 punti in più. I balneari hanno dovuto così sborsare canoni doppi rispetto agli anni precedenti. Non sono mancate le proteste. La categoria, sostenuta dall’avvocato Luigi Cerchione, ha presentato ricorso al Tar, anche grazie a un dossier di Agenda 21 locale che, sulla base di propri calcoli effettuati su testi ufficiali, sostiene che i punti raggiunti, specie dalle prime tre sezioni (erosione, presenze di posti letto, flussi turistici e balneabilità delle acque), dovrebbero essere di 14,75 punti inferiori, attestandosi a 36,50. Lo scorso anno, infatti, si era superato di appena 1,25 punti i 50 punti.
Ora il Comune deve inviare di nuovo alla Regione i formulari per la valutazione: a differenza del 2015, ha deciso di inviare due allegati: la zona fregiata della Bandiera Blu, cosiddetta «zona I» accumula 54,75 punti, mentre la zona esclusa dalla Bandiera Blu resta a 47,75. In questo ultimo caso, parliamo di una vasta area di litorale che si sviluppa a nord della città, nella zona di Badino e del Sisto, ma anche delle zone interdette alla balneazione, che pure erano state costrette ad adeguare i canoni, pur non potendo esporre la bandiera e non essendo indicati nei pannelli informativi acquistati ad hoc per indicare la presenza del prestigioso riconoscimento della Fee.
C’è da giurare che la questione non si chiuderà qui. Tutte le sigle balneari, supportate da Agenda 21, chiedono alla Regione di rivedere i criteri di assegnazione del punteggio, nonché di rivedere i testi: la classe A, insomma, non piace a nessuno.