Ci ha pensato l’emergenza aule arrivata a poche ore dalla prima campanella a suonare la sveglia sulla necessità di mettere mano in modo concreto all’organizzazione degli istituti scolastici di Terracina. La questione della “Elisabetta Fiorini”, tutt’a un tratto sbarrata per i lavori ha fatto tornare al lavoro anche giunta e consiglieri comunali, i quali hanno già dato il via alle danze dell’eterna polemica. Il “dossier” dei lavori nella centralissima scuola di via Roma è stato un bel po’ sottovalutato, su questo non ci piove. L’amministrazione comunale si è ricordata il 9 settembre di riunire i genitori e comunicare il trasferimento degli alunni un po’ qua e un po’ là. Una leggerezza, dovuta probabilmente all’eccessiva fiducia riposta in mamme e papà, i quali avrebbero di buon grado, accettato di tenere i bimbi in quell’ edificio durante i lavori, spostandoli solo di piano. Niente da fare.

L’opposizione è insorta, anche a ragione, ma ora si rischia di perdersi nell’ennesimo botta e risposta, mentre la verità è che a Terracina occorre mettere mano in maniera organica alla distribuzione degli alunni nei diversi istituti. Se è vero che questa emergenza in qualche modo si tamponerà, lo è altrettanto che domande più a lungo termine chiedono risposta: quanti sono gli alunni accolti nelle scuole di Terracina? Dove sono in crescita e dove no le iscrizioni? Dove vivono le giovani coppie? Ad oggi, gli alunni sono distribuiti al meglio?

La verità è che nessuno lo sa, e allora sarebbe opportuno lavorare insieme per capirlo. A Borgo Hermada, ad esempio, l’edificio di via Bolognini ha un piano che lo scorso anno era vuoto, in attesa di ospitare le Officine delle arti e dei mestieri, mai arrivate. Calcatore ha dei locali nuovi e chiusi. E la "Francesco Lama" lavora alle sue massime potenzialità di spazi? Insomma, una ricognizione degli spazi e della distribuzione appare indispensabile, anche tenendo conto della viabilità, che deve essere agevole e sicura per gli alunni. Meno polemiche, più proposte.