La Regione vuole quasi 800 mila euro dal Comune di Terracina per rientrare dei crediti che ha con l’ex Consorzio acquedotti riuniti Aurunci, ma a Palazzo Municipio si è già deciso: sarà battaglia legale.

Si prefigura un corposo ricorso al Tar contro la determina con cui la Regione il 24 giugno scorso ha chiesto ai municipi ex Cara di rifondere nelle casse regionali i circa 6,4 milioni di euro di crediti maturati con l’ex consorzio per il bilancio 2015. Crediti consistenti soprattutto in infrastrutture realizzate a suo tempo a spese della Regione e che il consorzio, poi commissariato e liquidato, doveva restituire. I 6,4 milioni di euro sono relativi soltanto al bilancio del 2015 della Regione, mentre l’intero debito dell’ex Cara è di circa 60 milioni di euro.

È noto che la richiesta ha scosso gli oltre 50 Comuni ciociari e i circa 20 pontini, che si preparano, da soli o uniti, a presentare ricorso al Tar. Nelle scorse Settimane c’è stato un incontro con altri Comuni sollecitato dal sindaco di Fondi Salvatore De Meo, per valutare un ricorso congiunto. L’amministrazione comunale di Terracina ha deciso però di procedere singolarmente, in virtù delle sue condizioni peculiari di ente dissestato. Avvocatura e segretario comunale, si dicono convinti che la Regione Lazio non abbia alcun titolo per esigere il credito. Ma non solo. C’è da considerare la condizione di dissesto finanziario del Comune di Terracina, che compare in moltissime ordinanze di esecuzione come terzo pignorato per crediti che deve riconoscere ai creditori dell’ex consorzio.

Ma come nasce questo credito della Regione con l’ex Cara, che ora ricade sui Comuni? Semplice, la Regione finanziò le infrastrutture per il consorzio di Acquedotti. Soldi che dovevano essere rimborsati tra il 1983 e il 2004, ma che di fatto sono andati in cavalleria con il commissariamento del consorzio. Oggi la Regione cosa fa? Chiede quei soldi ai Comuni che costituivano quel consorzio, e lo fa calcolando il numero delle utenze e degli abitanti alla data del 1996. Per Terracina si tratta di una vera e propria stangata: quasi 800 mila euro, che la Regione vorrebbe recuperare - almeno stando alle prime ipotesi - detraendo la somma dai trasferimenti annuali spettanti al municipio. Se si calcola che il Comune ha già circa un milione di euro di possibili debiti come terzo pignorato del Cara, si può ben immaginare cosa può significare una mazzata come questa.