Ha avuto il via libera nei giorni scorsi il piano comunale di emergenza, documento obbligatorio che ha l’obiettivo di fotografare le condizioni del territorio sui rischi di calamità naturali. Dai terremoti agli alluvioni, dalle frane agli incendi, il geologo Antonio Vernile ha redatto un corposo documento in cui vengono indicate le zone a rischio, le azioni da compiere, gli spazi in cui operare durante un’emergenza. Costo, 14 mila euro.

A Terracina il territorio appare fragile sostanzialmente per due eventi: alluvioni e frane, e d’altra parte la città ne ha fatto le spese diverse volte e in diversi casi. Il rischio idrogeologico che interessa vaste aree collinari, i tratti dell’Appia ormai al di sotto del livello del fiume che si allagano, le mareggiate. Il piano indica come a rischio una zona in particolare, denominata «Raccordo via Appia-via Pontina, via Appia Nuova, via Firenze Metanodotto e oleodotto». Siamo sulla via Appia, tra quella vecchia, ormai cieca, e quella nuova. A far temere è il rischio esondazione legato alla presenza del fiume Linea. «Danni ingentissimi, interruzione delle funzionalità dell’ospedale Sant’Alessio, delle funzionalità del tribunale, interruzione dell’operatività della caserma dei vigili del fuoco, interruzione della viabilità anche sovracomunale», si legge.

A guardare bene, sembra il piano sia rimasto a qualche anno fa: il tribunale non esiste più, l’ospedale si chiama “Alfredo Fiorini” dalla morte del missionario in Mozambico, la caserma dei vigili del fuoco è in via di realizzazione ma al momento ha il distaccamento altrove, e ancora, la linea ferroviaria Terracina-Priverno, anch’essa in disuso, anche se ora lì risiede il polo dei trasporti.

Comunque sia, si prosegue con il rischio idrogeologico, viene naturalmente menzionata l’area tra Monte Cucca, Monte Leano, Monte Sant’Angelo e la strada provinciale per Campo Soriano: «Rischio massimo», si legge ancora, e tra le conseguenze «interruzione dei servizi essenziali negli edifici interessati, danni a persone e cose», e ancora «danni gravi non affrontabili con strutture e dotazioni comunali e locali». Problemi con le alluvioni vengono segnalate invece in via Migliara 56, via Migliara 57, via Tavolato, Strada della Guardiola, via Macchiarella, e ancora a Macchia di Piano, strada circondariale e Traversa Pantani.
Il piano individua anche una task force operativa alla cui guida c’è il sindaco Nicola Procaccini. Si tratta del dirigente del dipartimento competente Bonaventura Pianese, la direttrice dell’Azienda speciale Carla Amici, il consigliere delegato alla sicurezza Sergio Meneghello, l’ingegner Alfredo Sperlonga, il comandante dei vigili urbani Fernando Di Crescenzo, funzionari Alberto Leone, Bruno Cittarelli e Gianluigi Cerqua. Centro operativo, il palazzetto dello Sport, da dove si smistano tutti gli ordini; infine sono state decise numerose aree «di attesa», quelle destinate ad accogliere la popolazione in caso di emergenza. Tra queste, oltre a parecchie aree agricole a Borgo Hermada, anche il campo sportivo sempre a Borgo Hermada, piazza XXV aprile (ex autolinee), lungomare Circe, via del Molo, la Pontina e la provinciale Badino.

Il piano di emergenza sarà aggiornato all’occorrenza e fotografa la situazione attuale dei rischi. Caserme, stazioni e tribunali chiusi permettendo.