Aderire al sistema di protezione e accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) per evitare di essere scavalcati dai provvedimenti straordinari in materia di accoglienza. L’amministrazione comunale guidata dal sindaco Nicola Procaccini vuole agire con pragmatismo sulla delicata materia dell’accoglienza di persone che entrano nel nostro paese con lo status di rifugiati o richiedenti protezione internazionale. Lo ha detto nell’ultimo Consiglio comunale in risposta all’interrogazione del consigliere comunale di minoranza Davide Di Leo, che domandava appunto quali indirizzi avesse l’esecutivo in materia di accoglienza. La proposta era arrivata anche dal presidente dell’associazione “Ala Sociale” Marco Senesi. «Aderiremo alla rete Sprar», ha detto Procaccini, «presentando un progetto di accoglienza di donne e minori non accompagnati. Per i Comuni che aderiscono allo Sprar c’è infatti una clausola di salvaguardia che ci consente di non avere cattive sorprese con i Centri di accoglienza straordinaria, attivati da privati su impulso del prefetto». L’intento del Comune è insomma quello di fare la propria parte, ma di essere al governo del fenomeno e non di esserne governati. «In questa fase la sensazione è di essere allo sbando» ha aggiunto Procaccini ieri al nostro telefono, menzionando l’attuale sistema di accoglienza che, ha detto, «così non funziona. Chi li gestisce li scarica davanti ai nostri supermercati a chiedere l’elemosina, li lascia nelle città», ha aggiunto. «Con l’assessore Tintari prepareremo un progetto e una volta approvato saranno pubblicati dei bandi». Il consigliere Di Leo si è detto soddisfatto della risposta del primo cittadino: «Chiediamo però al sindaco massima sollecitudine e trasparenza» ha commentato. «La materia è molto sentita, bisognerà stare bene attenti all’assegnazione dei progetti, non vorremmo qualcuno si faccia avanti per arricchirsi».