L'associazione "Ala Sociale" torna a discutere del servizio di accoglienza Sprar. "A seguito della discussione in corso - afferma il presidente Marco Senesi - è utile ricordare che lo sprar prevede servizi integrati e accoglienza diffusa. Il comune è ente gestore del progetto e può decidere misure innovative e che si calino nella realtà territoriale specifica. Ad esempio, nelle case in cui è prevista l'accoglienza si può prevedere una coabitazione con cittadini con disagio abitativo, ovvio che stiamo parlando di situazioni particolari , tipo come accade a Roma una anziana signora con sfratto che è ospite dell appartamento con altre famiglie di richiedenti asilo e che grazie agli operatori del progetto é diventata parte integrante dello stesso.
Tutto questo é possibile con categorie simili, ovvio non si può inserire un nucleo italiano in un appartamento che ospita solo uomini e viceversa.
Allo stesso tempo credo che si possa porre l'accento su quanto il progetto incida sull'indotto economico della città, quindi indirettamente aiutare le famiglie in difficoltà offrendo la possibilità di fare la spesa in luoghi convenzionati e che sono in difficolta(vedi piccoli alimentari e negozi di vario genere), o anche poter impiegare per ruoli di logistica e/o manutenzione degli appartamenti disoccupati/ svantaggiati, possibilità di sostegno attraverso gli affitti delle case.
Di cose se ne possono fare, ma bisogna sempre ricordarsi che il comune può proporre soluzioni utili alla collettività che deve vivere il progetto sprar come un opportunità di crescita, anche economica.
Non c'è nessuna legge che scandisce simili strade, L assessorato le può pensare e attuare. Ciò che conta é che tutte le forze politiche convergano sulla necessità della scelta sostenendo la collettività all accoglienza.
La verità é che tutte le strade sono percorribili insieme ai servizi sociali".