Auto e scooter condivisi, biciclette, percorsi pedonali, bus elettrici: tutto molto bello se non fosse che il progetto potrebbe naufragare e trasformarsi in un pasticcio. Nelle condizioni in cui si trova la città di Terracina con la sua rete viaria, parlare di mobilità sostenibile deve comportare una riflessione. È il Wwf litorale pontino, per voce della coordinatrice Patrizia Parisella e della presidente Franca Maragoni, a mettere i proverbiali puntini sulle “i”. 

L’antefatto è l’approvazione, da parte della giunta del sindaco Nicola Procaccini, di una delibera con cui si dà il via libera a un ambizioso progetto “in rete”. Proprio il Comune di Terracina è capofila di un piano di mobilità insieme a Sabaudia, Pontinia, Priverno, San Felice e Sonnino. Il bando prevede la realizzazione di percorsi pedonali, car e bike sharing, piani bike to work e altro ancora. Alcuni luoghi considerati strategici verrebbero collegati da minibus elettrici. Insomma, un sogno. Macché, precisa il Wwf, qui ci si trova di fronte a pura utopia. «L’idea di introdurre tutti questi servizi per migliorare la qualità della vita - si legge in una nota - è senz’altro lodevole ma nella situazione della città rischia di naufragare». La principale obiezione è che gli interventi, per quanto positivi, debbano essere inseriti nel contesto dell’intera città e per questo hanno bisogno di infrastrutture indispensabili. «Innanzitutto una rete stradale congrua» aggiunge il Wwf. «È impossibile non notare il dissesto delle strade, la mancanza di marciapiedi, l’allagamento cronico di molte zone quando piove». Inoltre progetti come bike sharing e bike to work senza una rete di piste ciclabili su cui attivare questi servizi «resteranno lettera morta con spreco di denaro prima di tutto e seri rischi per gli utenti qualora si attivassero».