Sembrano lontani i tempi delle battaglie del consigliere di opposizione Antonio Bernardi. Lâallora sindaco Stefano Nardi non rispondeva alle mille interrogazioni che protocollava in Comune e lui, per tutta risposta, scriveva pure al prefetto. Anche più volte al mese, quasi unâossessione. La storia si ripete, la minoranza alza il pressing e la maggioranza si barrica nel silenzio. Il vizietto è lo stesso. Succedeva anni fa, succede oggi ed è solo un caso che a sbattere i pugni sul tavolo siano sempre quelli del Pd, âcondannatiâ da venticinque anni a fare opposizione e a trovarsi nellâala debole dellâaula.Â
Il gruppo dei consiglieri Alessandro Di Tommaso, Valentina Berti e Giuseppe DâAndrea attaccano il sindaco: «A chiacchiere sono tutti paladini della trasparenza e della giustizia». Le parole se le porta via il vento, la realtà dice che il Pd ha presentato unâinterrogazione il 13 dicembre e attende ancora risposte. Nonostante per statuto il sindaco avesse quindici giorni di tempo per rispondere. Per la cronaca, lâinterrogazione riguardava lâappalto per lâinstallazione dei tutor nella galleria Monte Giove. La minoranza chiedeva delucidazioni sulle modalità della gara, sulle autorizzazioni ad attivare gli impianti e sul contratto con la società che si è aggiudicata la gara.
Ma non è un caso isolato. Neppure sulla richiesta di accesso agli atti per la piscina comunale e sul project financing finito nel pantano è stato fatto granché. Nessuna risposta, zero assoluto. Perché? «A pensar male si fa peccato - scrive il Pd - ma ad oggi chiediamo che ci vengano date risposte che invece tardano ad arrivare». La minoranza è stizzita. «Ci piacerebbe tanto sapere cosa câè dietro alla mancanza di una risposta data per tempo o al mancato rilascio della documentazione». E visto che tanto si parla di trasparenza, il Pd pungola il sindaco anche sulla commissione ad hoc di cui si sono perse le tracce in unâafosa seduta di Consiglio comunale lo scorso luglio. Lâassemblea deliberò lâistituzione della commissione. Cosa è stato fatto? «Noi - conclude il Pd - a questo gioco non ci stiamo. Le regole vanno rispettate, che vi piaccia o meno».Â