La competenza è a Latina. Anzi no, è Roma. Scusate, è Latina. Fanno avanti indietro su una ideale strada Pontina le carte del ricorso contro l’impianto di mitilicoltura. Venerdì scorso i giudici amministrativi di Roma hanno rimandato tutte le carte agli uffici del capoluogo pontino, che dovrà pronunciarsi sull’istanza presentata dal Comune contro l’impianto. Era stato proprio il collegio del capoluogo, dopo aver respinto l’istanza di sospensiva cautelare dell’ordinanza presentata dal Comune, ad accogliere le eccezioni della Regione, che opponeva la competenza del tribunale romano. Ma niente. Venerdì i giudici della Capitale hanno deciso: sul caso è competente il Tar di Latina.

Il rimpallo burocratico è solo l’ultimo capitolo di una vera e propria saga iniziata a marzo del 2016, quando la Regione autorizzò l’anticipata occupazione di 500 mila metri quadrati di specchio acqueo al largo delle coste di Terracina, ai fini della realizzazione di un impianto di mitilicoltura. Un no generalizzato da parte della cittadinanza in piena campagna elettorale, portò la Regione ad emettere due provvedimenti di sospensione dell’autorizzazione e ad approvare una legge che ha reso obbligatorio il parere del Comune. E tuttavia la battaglia continua. Il rigetto da parte del Tar della sospensiva del Comune aveva messo in allerta politica e associazioni, ma poi solo qualche settimana fa, ad ottenere la sospensione dell’autorizzazione sono stati due consorzi privati, che si sono visti riconoscere le preoccupazioni. Ora sarà il Tar di Latina a doversi pronunciare nel merito.