Festeggia proprio in questi giorni i suoi venti anni di attività, ma non se la passa affatto bene. L’Urp, Ufficio relazioni con il pubblico del Comune, situato nello stabile comunale dell’area Chezzi, è invecchiato precocemente. Non senza aver vissuto una giovinezza sprint. Ma oggi, nonostante abbia due dipendenti comunali a disposizione della cittadinanza, sembra scomparso dall’immaginario collettivo. Sicuramente dai radar della nuova comunicazione social.

Nato nel 1997 col nome di “Informacittà” per fare da tramite diretto tra il cittadino e l’amministrazione comunale, ha vinto premi, avuto menzioni, gestito campagne di informazione su rifiuti urbani, sostenibilità ambientale, percorsi archeologici e culturali, trasporti, servizi, deiezioni canine. Poi, inspiegabilmente, è stato messo ai margini. Lontani i giorni del Gran Premio Montecelio per la Comunicazione Pubblica (terzo posto). Se li ricordano solo gli addetti ai lavori. Nel 2000 veniva elogiato «il flusso di informazione costante e continuo che condiziona positivamente il rapporto di conoscenza e di scambio tra i cittadini». Nel 2003 la menzione è arrivata per «il complesso delle iniziative assunte e tese alla rivalutazione del patrimonio e delle memorie storiche», mentre nel 2004 «Per la qualità delle iniziative realizzate tese alla migliore valorizzazione del territorio».
Il declino è iniziato forse a partire dal 2007. A tanto risale, almeno sul sito Internet, il bando Informagiovani per la selezione - pensate - degli agenti di polizia municipale stagionali.

Oggi, quello che dovrebbe essere il lavoro ordinario dell’Urp spesso viene girato ad altri. Si pensi soltanto alle campagne informative per la raccolta differenziata. De Vizia ha dovuto aprire un infopoint da “dividere” con la Pro Loco a piazza Mazzini (a due passi dall’Urp) per distribuire i kit e le informazioni. Negli anni passati la produzione e la stampa del porta a porta era stato assegnata ad una società privata. E che dire delle informazioni turistiche? Una missione dell’Urp, che è passata (con contributo economico) alla Pro Loco e persino al volontariato. Abbiamo uffici e dipendenti, ma affidiamo a terzi. Vero è che l’Urp paga l’avvento dei social network, che hanno velocizzato le comunicazioni pubbliche. Ma a ben vedere, non è che i suoi “concorrenti” abbiano una così sfrenata attività web. E allora, perché non far ripartire l’Urp, magari anche con uno sportello “virtuale”? Il Comune risparmierebbe moneta, e si eviterebbero doppioni e supplenti. Oggi, non c’è nemmeno un campanello alla porta.