La campanella suona alle 8 e 20 ma lo scuolabus passa anche un’ora prima. Succede nelle zone periferiche di Terracina dove il pullman che ogni mattina accompagna i bambini nei diversi istituti comprensivi della città passa con un certo anticipo, tanto per usare un eufemismo. Certo, il percorso è lungo, ma è pur vero che non si può costringere bambini di sette-dieci anni a svegliarsi all’alba, sfidare il freddo e aspettare sul ciglio della strada anche un’ora prima dell’ingresso nelle aule per raggiungere la scuola della propria città. «È un disagio enorme» afferma la mamma di un alunno che dalla strada provinciale Badino per San Felice Circeo ogni giorno raggiunge un istituto del centro. «I nostri bambini devono svegliarsi prestissimo, aspettare in strada e questo è un problema più serio in questo periodo con l’arrivo di freddo e pioggia. Poi arrivano a scuola, a volte anche tardi, e assonnati».

In effetti i bambini devono poi restare in classe per diverse ore e tornare a casa solo nel pomeriggio. «Lo stesso problema dell’andata - continuano i genitori - si verifica ovviamente alrientro a casa». Insomma, un’odissea. Le famiglie chiedono che si faccia qualcosa. Lo scorso anno si era verificato lo stesso identico problema. Ma dopo le prime proteste delle famiglie l’allora assessore ai trasporti Emilio Perroni riuscì a ottenere un pullman in più per ridurre i disagi agli studenti. Finito l’anno scolastico, si pensava che con la ripartenza delle lezioni la soluzione venisse adottata di nuovo, dal momento che aveva funzionato. E invece - incalzano i genitori - quest’anno ci si è ritrovati davanti alla stessa situazione. «È possibile - si chiedono - che bambini debbano subire disagi del genere? Non tutti possono permettersi di accompagnare i propri bambini a scuola e di andarli a riprendere tutti i giorni. Impegni di lavoro e la lontananza dal centro e dalle sedi scolastiche obbliga a utilizzare gli scuolabus.»