Se Terracina è costretta a vendersi i beni è colpa di tanti anni di governo di centrodestra. Questa, in sintesi, la posizione del candidato sindaco del Pd Alessandro Di Tommaso che commenta a caldo la conclusione dell'iter per la convenzione tra Comune e Consiglio nazionale dei notai. Atto propedeutico, questo, alla messa all'asta del patrimonio immobiliare dichiarato alienabile. "Il commissario straordinario del Comune di Terracina - scrive Di Tommaso - ha messo in vendita tutti i beni alienabili di proprietà dell’ente per far fronte alle esigenze finanziarie di un municipio ancora in pieno dissesto. E’ questo il segno tangibile del fallimento della politica messa in campo da chi ha governato negli ultimi anni senza riuscire a risanare le finanze dopo la dichiarazione di default. Oggi assistiamo alla svendita di una città. Non parliamo solo dell’edificio dell’ex mercato Arene, che una consistente parte di cittadini ha sperato fosse destinato alla realizzazione della Casa della Cultura con annesso centro polifunzionale, ma di tanti altri immobili che attraversano diversi comparti urbanistici: si va dall’ex edificio scolastico de La Fiora a palazzo Adrover, da una serie di appartamenti e terreni a rimesse, depositi e locali commerciali per un valore fiscale di quasi 6 milioni di euro. Mi chiedo a cosa è servito all’amministrazione comunale uscente programmare nuovi edifici pubblici con conseguente prestito: avrebbe potuto trasformare i locali già di sua proprietà che ora il commissario sta per vendere perché l’obiettivo sperato di risanamento delle casse comunali non è stato raggiunto". 

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