Azienda Speciale, uno spreco di risorse e un modo sbagliato di gestire il terzo settore. Lo pensa il candidato sindaco della lista civica “Sì Cambia” Gina Cetrone, che crede che sia arrivato “il momento di fare tabula rasa di questo ente per riportare la sua gestione sotto il pieno controllo e responsabilità del Comune di Terracina”. Cetrone promette anche che, in caso di elezione, “la chiusura dell’Azienda Speciale sarà posta tra gli atti prioritari della nuova amministrazione comunale”. Secondo Cetrone la conduzione dell’Azienda costa al terracinese contribuente circa il 20% del budget che gestisce. Parliamo di 276 mila euro, che non vanno a coprire i servizi “nuovi o vecchi” dispensati ai cittadini in stato di bisogno, ma rappresentano i costi connessi allo stipendio della Direttrice e di quello dei membri del  Consiglio di amministrazione. “Il Comune di Terracina stanzia per l’Azienda Speciale un milione 380 mila euro (bilancio di previsione 2015) l’anno per avere indietro servizi sconosciuti alla maggioranza dei cittadini e forse inadeguati rispetto alle nuove emergenze che a Terracina si riscontrano anche in maniera violenta”.

Alla luce di ciò – conclude il candidato - è pensabile ma soprattutto praticabile e necessario chiudere l’esperienza dell’Azienda Speciale, così come l’abbiamo vista nascere e pascere, riportando il ruolo d’indirizzo e controllo dei servizi sociali sotto le competenze della casa madre: ovvero del Comune di Terracina.