L'Azienda speciale è sana e progetta servizi sociali migliori, più calibrati sull'utente e maggiore attenzione al mondo giovanile. Lo hanno dichiarato il Cda e la direttrice generale in una conferenza stampa che si è tenuta ieri sera nei locali di via Giacomo Leopardi. La prima volta in assoluto che l'ente strumentale controllato dal Comune apre le porte e mette le carte sul tavolo. Con i suoi 87 dipendenti (57 in pianta organica, gli altri a seconda delle professionalità specialistiche richieste), finisce un giorno sì e l'altro pure nella bufera, specialmente in questi giorni di campagna elettorale. Chisura, ridimensionamento, potenziamento: le ipotesi dei politici (spesso inadeguati finanche a valutare perché assai poco informati su ciò che accade nel "mondo dei bisogni", come lo ha chiamato Carla Amici), sono di tutti i colori, anche se di recente si avverte un certo tifo, da destra a sinistra, a mantenere e potenziare l'ente.

Così il Cda composto da Francesco Schininà, Tiziana Pasquariello e Emanuela Zappone e la direttrice Amici hanno deciso di snocciolare un po' di numeri e parlare del futuro dell'Azienda. Che finanzia una ludoteca integrata a Borgo Hermada, un centro diurno pieno di laboratori e attività in aggiunta a quelle esistenti, ha acquistato un pulmino per disabili e conta, col sostegno di tutti, di aumentare le sue attività. Ai politici, e in particolare alla candidata sindaco Gina Cetrone, voce fuori dal coro che vorrebbe, se eletta, chiudere l'Azienda speciale, il Cda risponde: "Noi non percepiamo soldi, il nostro lavoro è gratuito". E la dottoressa Amici aggiunge: "Se l'Azienda costa è perché costano le professionalità". Tra le rette più basse della provincia per gli asili nido, della Regione per il centro diurno, la città mostra gradimento. Ma non basta: "Siamo consapevoli che occorre rileggere i territori per comprendere i nuovi bisogni della società". E ci si sta attrezzando. Per il futuro, giovani, povertà e dipendenze tra le priorità dell'Azienda speciale.