Dopo una campagna elettorale sonnacchiosa, mai risvegliata nemmeno dalla presenza di cinque o sei candidati della provincia pontina, gli italiani andranno al voto domenica prossima, 26 maggio, per scegliere i parlamentari da inviare a Bruxelles e Strasburgo. Ma gli elettori pontini, in particolare, scriveranno con il loro voto la prefazione a quel che sarà il futuro libro dello scenario politico della provincia di Latina. L'unica certezza è che dopo quella data, all'esito del voto europeo, nulla sarà più come prima. In Italia e in provincia di Latina poco cambia.

La Lega di Matteo Salvini misurerà il suo peso effettivo tra gli elettori e se le impressioni saranno confermate dai fatti, avrà i numeri per ribaltare gli equilibri in un "contratto di Governo" col Movimento 5 Stelle sempre più traballante. A livello locale la Lega misura la sua forza sulle preferenze di Matteo Adinolfi. Lui, capogruppo in Comune e coordinatore provinciale, ci mette la faccia. Ma chi rischia di più è la coppia Claudio Durigon-Francesco Zicchieri. Il partito, a Roma e nel Lazio, è saldamente nelle loro mani. Ma se alla prova dei consensi il risultato sarà deludente, anche le loro granitiche certezze rischiano di incrinarsi.

Fratelli d'Italia gioca la partita più difficile della sua storia. Un sovranismo dal volto buono quello di Giorgia Meloni, contrapposto a quello truce di Matteo Salvini. Lo scoglio, per FdI, è la soglia del 4%: se la raggiunge, ottiene 4 parlamentari e uno di questi arriverà sicuramente dall'Italia centrale, dove il partito ha numeri importanti. Per questo la federazione pontina sta lavorando pancia a terra per il sindaco di Terracina Nicola Procaccini, a cui una mano la sta dando la stessa Meloni. Il successo di immagine dato dalla tappa del Giro d'Italia può essere un altro tassello per il giovane politico di Fratelli d'Italia che deve però raccogliere tantissime preferenze per arrivare almeno secondo dietro la Meloni. E, sfida nella sfida, FdI vuole raccogliere un numero di consensi tale per essere primo partito del centrodestra in provincia e nella città di Latina. Serve per l'orgoglio? Non solo. Perché dopo il voto accadranno tante cose, da possibili elezioni anticipate alla riorganizzazione del centrodestra. Il nuovo partito dei Conservatori sognato da Meloni e Giovanni Toti potrebbe nascere prima dell'estate.

E qui entra in gioco Forza Italia. Claudio Fazzone lo ripete a ogni incontro pubblico di questa campagna elettorale: dopo il 26 maggio Forza Italia cambierà pelle, si rinnoverà puntando sulla classe dirigente locale. Cosa questo significhi e in che modo accadrà è difficile dirlo. Certo però che il senatore non vuole farsi trovare impreparato. Intanto, a queste Europee, si conta attraverso Salvatore De Meo. Ieri l'altro ha ottenuto anche il sostegno in terra ciociara di Gianluca Quadrini, uno che da quelle parti conta parecchio. Nominato vice-coordinatore regionale azzurro, avrà il compito di scardinare il fronte pro Tajani che in Ciociaria è fortissimo, portando voti a De Meo. Alla fine, il 27 maggio, Fazzone conterà le preferenze sue e quelle di Tajani. Si gioca tutto lì.

Tutti i partiti sanno che dopo il 26 maggio il Governo Conte ha pochissime chance di restare in piedi. Le fibrillazioni di queste settimane tra M5S e Lega non promettono nulla di buono. In molti vedono il voto anticipato come unica soluzione. Se così fosse, cioè se il Governo va in crisi e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella scioglie le Camere, è ovvio che la stessa Regione Lazio andrà al voto anticipato, in quanto il Governatore (e segretario del Pd) Nicola Zingaretti non potrà fare una campagna elettorale da leader del partito e da guida della Regione. Dunque, le elezioni Europee di domenica 26 maggio diventano anche il terreno di conta interna per i vari partiti, da destra a sinistra, per misurare la forza delle singole correnti o dei singoli uomini forti. Il tutto con in palio un bel numero di candidature tra Politiche e regionali. Insomma, ci sarà da divertirsi.