Le troppe ambiguità del Pd su Coletta
Mancano le firme del gruppo del Partito democratico alla lettera con cui l'opposizione in Consiglio comunale chiede l'intervento del Prefetto di Latina Maria Rosa Trio per un presunto mancato rispetto delle regole democratiche in seno alla massima assise cittadina. Insomma, nel mirino dei consiglieri di opposizione del centrodestra e di quelli del Gruppo Misto, che hanno firmato il documento, c'è il presidente del Consiglio comunale Massimiliano Colazingari, ritenuto inadeguato a ricoprire la carica. E il Pd? Come sempre si muove sulle ali dell'ambiguità. Due linee politiche, almeno. Nessuna chiara. Nell'ultimo Consiglio comunale, Nicoletta Zuliani ha precisato (è agli atti) che il capogruppo (cioè Enrico Forte) non ha ritenuto opportuno firmare la richiesta di convocazione del Consiglio comunale (che doveva affrontare il nodo degli incarichi affidati a Rosa Iovinella, ndr) ma che la posizione del partito è diversa e dunque d'accordo con gli altri dell'opposizione. In queste ore, nella lettera al Prefetto, le firme di Enrico Forte e Nicoletta Zuliani non ci sono. E siccome in politica parlano i fatti più delle parole, è ormai evidente che i due consiglieri siano più vicini all'amministrazione Coletta e a Latina Bene Comune di quanto non lo siano i tre componenti del Gruppo Misto che da Lbc provengono. E il segretario provinciale Claudio Moscardelli cosa ne pensa? E quello comunale Cozzolino? Il Pd di Latina è come sempre un'anima in pena, alla ricerca di mille equilibri ma senza il coraggio finale di prendere una posizione chiara e netta. Qualche giorno fa, con una nota firmata da partito e gruppo consiliare, è stato ribadito che il Pd è opposizione a Coletta. Anche qui, alla prova dei fatti, scopriamo tutt'altro. E' così difficile dire le cose come stanno? E' così difficile ammettere che esiste un canale di dialogo per le prossime amministrative? Di cosa hanno paura? Le firme sulla lettera al Prefetto, per il momento, ci dicono che sono 13 i componenti dell'opposizione. Con i due del Pd si arriverebbe a 15. In Consiglio comunale ci sono 32 consiglieri più il sindaco. Fatti due conti, è facile capire quale gruppo rappresenta la stampella di Damiano Coletta.

Il sindaco Coletta: «Nella Lega i saltimbanchi del passato»
«Stiamo riparando i danni fatti anche dai saltimbanchi della politica che ora sono sul carro della Lega. Siamo noi ad aver archiviato un modo di amministrare che ha messo in ginocchio la città privilegiando gli interessi di pochissimi. Hanno paura. Sono ossessionati. E fanno bene». Lo scrive Damiano Coletta su Twitter.

A Sezze si sperimenta la giunta degli ex sindaci
Dopo quasi venti giorni fatidici, il sindaco di Sezze Sergio Di Raimo ha ritirato le dimissioni, rimesso insieme i cocci della maggioranza, fatto piazza pulita di mezza giunta e varato il nuovo esecutivo che si caratterizza per una novità quasi assoluta: come assessori sono stati scelti due ex sindaci della città, Andrea Campoli e Giancarlo Siddera. Tre sindaci in una sola giunta non si erano praticamente mai visti. Serviranno a dare lo slancio che manca? Chissà. E' un po' come quando un allenatore sperimenta il tridente d'attacco per provare a aumentare il numero delle reti che la squadra realizza. Spesso funziona, ma non bastano i nomi, servono automatismi e organizzazione. La vera sfida per Di Raimo è questa. Certo dovrà anche gestire personaggi dotati di autonomia e personalità non da poco. I maligni dicono che i due ex sindaci inseriti in squadra sono una sorta di commissariamento per Di Raimo. Chissà. La verità è che Sezze rappresenta una roccaforte, forse l'ultima per il Partito democratico e deve essere difesa con le unghie. Aver schierato i pesi massimi dimostra che la situazione era seria.

I polemisti che sbagliano bersaglio
Nei giorni scorsi abbiamo assistito via social media ad una stucchevole polemica legata ai soldi spesi dal Comune di Latina per il concerto del prossimo 20 luglio del giovane cantante Achille Lauro e per gli eventi dell'estate di Latina, quelli denominati "Un mare di eventi", anche se al mare se ne faranno una manciata (sic). Si parla di 70 mila euro, possono essere anche 100 mila, ma il punto non è questo. E' iniziata una trafila di accuse secondo cui quei soldi potrebbero essere spesi meglio. Ed è legittimo pensarlo. Ma un'amministrazione deve anche fare delle scelte. E sulla Notte bianca della Luna e sugli eventi per l'estate sono state compiute. Non tutte condivisibili, sia chiaro. L'errore della polemica è un altro. I soldi impegnati per Achille Lauro e per gli altri eventi non sono né troppi né uno sperpero di denaro pubblico. Sono semplicemente pochi. La cultura, il turismo, lo spettacolo sono settori che una città come Latina dovrebbe coltivare, incentivare, rilanciare. C'è un patrimonio di risorse e bellezze abbandonate a se stesse. Il sindaco Damiano Coletta ha avuto, tra le poche intuizioni di questi anni, quella di indicare un personaggio come Silvio Di Francia assessore alla Cultura. Un fuoriclasse nel settore. Ma poi, come sempre accade, nemmeno lui è messo nelle condizioni di fare granché. Fa quel che può, senza un teatro e senza spazi e senza soldi. Da sempre l'assessorato alla Cultura, a Latina, è considerato l'ultima ruota del carro. In bilancio, a disposizione, due spicci. E' qui che bisogna cambiare, è qui che bisogna polemizzare. Abbiate il coraggio di mettere mezzo milione di euro alla Cultura. Di organizzare eventi sul lungomare e in centro che vanno dal 1 luglio al 30 settembre. Non con un solo concerto, ma con una kermesse. Non con le band che fanno cover (con tutto il rispetto), ma con gli artisti in carne ed ossa. Quella diventerebbe una città viva, capace di attrarre turisti anche dai luoghi di villeggiatura vicini e dare sollievo all'intero mondo del commercio, in centro e sul litorale. 70 mila euro per gli eventi estivi sono una miseria. Questo è il punto vero. Che con quei pochi soldi si riesca a portare un cantante sulla cresta dell'onda come Achille Lauro vuol dire aver lavorato bene, con due spicci. Bravi. Ma pretendete di più. Sempre.