I Comuni della nostra provincia e dell'intera regione Lazio che metteranno a disposizione nuovi Cas per accogliere i profughi riceveranno un corrispettivo di almeno 21 euro e 50 centesimi per ogni ucraino ospitato «liquidato sulla base del numero delle giornate di effettiva presenza degli ospiti». Ma al fine di «alleviare gli oneri prestazionali previsti per la gestione delle strutture di accoglienza» e di fatto rendere «appetibile» l'accoglienza stessa, la Prefettura, grazie ad accordi con altri enti pubblici, garantirà gli altri servizi necessari all'integrazione. L'obiettivo è quello di mettere in piedi una rete di ospitalità per "contrastare" fenomeni di accoglienza fai da te. Ovvero evitare che i profughi in fuga dall'Ucraina che arrivano da noi rimangano invisibili. Sul tavolo dei Prefetti, dal Governo, arriveranno due tipologie di centri di accoglienza straordinaria (Cas): strutture con capacità ricettiva fino a 50 posti - che potranno essere anche in modalità di rete, ovvero una serie di appartamenti - e strutture con capacità ricettiva da 51 a 100 posti. Luoghi in grado non solo di ospitare famiglie - prevalentemente donne e bambini - ma anche attrezzati per offrire vitto e sostegno socio-assistenziale. La Regione Lazio già si sta adoperando della «presa in carico sanitaria degli ospiti dei centri, mediante la pianificazione di una serie di screening anche in ambito psicologico, ginecologico e pediatrico, inclusa la valutazione dello status vaccinale complessivo dei minori». Un compito assolto finora con un importante impegno da parte della Asl pontina: le vaccinazioni dei profughi ucraini vengono gestite negli hub dell'ex Rossi Sud, del centro Itaca di Formia e al San Giovanni di Dio di Fondi.