Va avanti la macchina della solidarietà gestita dalla Caritas diocesana pontina per aiutare concretamente i primi profughi ucraini arrivati in questi giorni sul territorio grazie a un ponte aereo organizzato da Caritas Italiana, in collaborazione con Open Arms, realizzato con voli partiti dalla Polonia. «Nonostante alcuni contrattempi logistici, tipici di questi momenti e di questi numeri, proprio lunedì pomeriggio siamo andati a Fiumicino a prendere il gruppo assegnato a Latina, che sarà smistato nelle case che abbiamo messo a disposizione. Per alcuni forse sarà anche una permanenza breve perché raggiungeranno i parenti in altre parti d'Italia. Avranno così un barlume di famiglia», ha spiegato Angelo Raponi, direttore della Caritas diocesana. 

In totale sono nove persone, che potranno ritrovare un momento di serenità nell'attesa di rifare ordine nella propria vita stravolta dalla guerra. Così, all'ex Convento di San Francesco, a Cori, sono andati una donna anziana, con la figlia che a sua volta ha una bambina di 4 anni d'età. Qui sono stati accolti dai membri dell'associazione "Il circo delle farfalle", che gestiscono la struttura. Poi, presso la casa di accoglienza dell'Unitalsi a Borgo Faiti, Latina, sono ospitati due nonni di 64 e 65 anni d'età, con la figlia 45enne che ha un bambino di 10 anni. Invece, una donna con due bambini è accolta a Priverno, nella casetta messa a disposizione dalla comunità parrocchiale di S. Antonio abate.

Infine, altre 4 persone in fuga dalla guerra – arrivate a Latina con mezzi propri - sono state affidate a una signora di Latina, che le ospiterà nella sua abitazione. Una disponibilità segnalata alla Caritas stessa dopo aver sentito gli appelli in parrocchia. 

Per tutti questi arrivi sono state già attivata la profilassi anti Covid, oltre alle segnalazioni verso il Comune di residenza e la Questura pontina per la presenza sul territorio.

Nel frattempo, domani 25 marzo, in tutte le parrocchie della diocesi pontina i parroci e il vescovo Mariano Crociata – nelle loro celebrazioni nelle comunità - si uniranno spiritualmente a papa Francesco per l'Atto di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria della Russia e dell'Ucraina, che lo stesso Santo Padre pronuncerà durante il rito nella basilica di San Pietro, a Roma. 

Il vescovo Mariano Crociata nei giorni scorsi ha scritto al clero diocesano ricordando che «abbiamo sentito subito di unirci spiritualmente, come ulteriore espressione di quella partecipazione e sensibilità che tutti ci ha toccati a seguito della drammatica guerra in corso in Ucraina». 

Proseguendo, Crociata ha così concluso: «A partire dal Cuore Immacolato di Maria, riflesso singolare del Cuore di Gesù nella sua qualità di espressione umana perfetta dell'amore di Dio, nella preghiera e nella fede anche i nostri cuori hanno bisogno di accogliere quello stesso amore, così da diventare strumenti di nuova fraternità, e i cuori di coloro che hanno responsabilità nella tragedia in corso possano essere toccati dalla corrente di grazia che anche attraverso di noi credenti pervade l'umanità intera per i meriti della passione e risurrezione di Cristo nella potenza dello Spirito Santo».