L'entusiasmo al Santa Maria Goretti di Latina è contagioso. L'emozione è un'ondata che trasporta tutti: medici, infermieri ma anche le altre mamme per la nascita di un bambino ucraino. Benvenuto Bogdan Denis, il secondo nome è in onore del padre impegnato in guerra a migliaia di chilometri di distanza.
Il piccolo pesa due chili e 770 grammi. E' nato alle 18,49 di ieri, un mese dopo lo scoppio del conflitto. La madre Marina, casalinga di 27 anni con gli altri due figli di otto e sei anni, è scappata dall' inferno. Ha lasciato tutto laggiù: una casa, gli affetti, le bombe, le macerie. Vivevano in una cittadina vicino Chernobyl. Lei impegnata ad accudire i bambini, lui operaio, poi è scoppiata la guerra ed è cambiato tutto.
Hanno fatto un viaggio lunghissimo fino a Latina dove sono arrivati dieci giorni fa. Qui hanno trovato parenti, amici e una fitta rete sociale.
Bogdan sta bene, anche la mamma arrivata qui alla 36esima settimana di gestazione è in buone condizioni.
Dopo il parto ha ringraziato tutto lo staff dell'ospedale. Si è commossa, ha pianto, le sono scese le lacrime. Anche se non parla l'italiano e l' inglese ci sono gesti che non hanno bisogno di traduzioni, si capiscono da soli. Al volo. Quell'abbraccio e quegli occhi raccontano tutto. Ha pensato al marito che ha salutato come si vede in certi film che fanno venire il magone: lei con la pancia, i due bambini e le valigie che va verso la Polonia e lui che invece va in guerra, dall'altra parte. La prima cosa che ha fatto è stato un messaggio con il cellulare e una foto nella speranza che lui lo possa vedere.