Un pezzo di storia della pallanuoto a Latina. Capace, sia da giocatore, che da allenatore, di guadagnare, dalla serie B, la promozione in serie A2 con l'allora Latina Pallanuoto. Roberto Tofani si racconta. Parlando di presente e di immediato futuro.

Qual'è il ricordo più bello che ti lega alla tua esperienza, sia come giocatore, che come tecnico, alla Latina Pallanuoto?
«Di ricordi ne ho tanti, alcuni belli e altri meno. Da giocatore, ricordo l'anno sotto la guida tecnica di un grande amico come Massimo Giordani. In quella squadra c'erano anche Almerico Abbamondi come vice, e uno dei compagni con cui ho condiviso anni bellissimi e il mio esordio in A1 ad Anzio: Cristiano Caccavello. Oltre ad alcuni giovanissimi che avrei poi allenato al mio ritorno a Latina da tecnico come Marco Aiello. Arrivammo a sfiorare la promozione in A1 contro Civitavecchia in una cornice di pubblico come quella di Largo Caprera. Ancora mi sembra di sentire i tifosi alle mie spalle. Ricordo che l'ultima partita a Civitavecchia venne rimandata a un'ora dall'inizio per motivi di ordine pubblico. Giocammo tre giorni più tardi, in un contesto dove gli arbitri erano preoccupati a guardarsi le spalle più che il campo. Da allenatore, dopo un primo anno di rodaggio, vincemmo il campionato di B con un gruppo di ragazzi di Latina nella nostra vasca e, l'anno successivo arrivammo al quinto posto in A2 nonostante ci allenassimo in tre piscine diverse, giocando poi ad Anzio. Fummo più forti di qualsiasi difficoltà».

Ora sei a Firenze, qual'è il tuo pensiero circa il futuro immediato di questo sport?
«Lo inquadro a fatica. Al momento la problematica maggiore è legata alla riapertura degli impianti. Dove le amministrazioni comunali, in molti casi proprietarie di piscine gestite dalle Associazioni sportive come avviene qui Firenze in casa Rari, dovranno avere un ruolo guida. In questo senso la pandemia ci ha ricordato, come ha sottolineato anche il ministro Spadafora, quanto sia importante il nostro ruolo dal punto di vista sociale. Senza il sostegno delle amministrazioni locali diverse Associazioni non avranno la capacità di ripartire».
Il progetto del presidente Damiani ad Anzio è ambizioso. Dove può arrivare questa società che tu conosci molto bene?
«E' ambiziosa come lo è Francesco. Ad Anzio ha trovato un humus a lui congeniale e sono convinto che sotto la sua guida la società potrà andare molto lontano».
Il futuro di Tofani sarà ancora a Firenze?
«Il mio futuro lo vorrei conoscere anche io. Battute a parte, spero di poter continuare qui a Firenze. Per me sedere su questa panchina è motivo di orgoglio. Al momento anche la Rari è in un momento di difficoltà e sarebbe stupido non ammetterlo. Ma i fiorentini sono caparbi e io non posso essere da meno».

La ritieni una sconfitta per la città e in che termini il fatto che la Latina Pallanuoto abbia dovuto traslocare ad Anzio cambiando denominazione?
«I problemi a Latina in termini di impiantistica sono ben noti. A mio avviso Latina ha perso un treno importante negli anni che hanno portato ai mondiali di Roma 2009. Quando a Roma, Frosinone, Civitavecchia e Ostia sono nati impianti federali. Latina fece scelte diverse, dando vita ad un impianto 'infermo'. Sia da giocatore che da allenatore ho giocato ad Anzio indossando i colori nerazzurri, perchè impossibilitati a giocare nella nostra vasca. Fu quella la sconfitta più brutta per la città tutta. Dopo quasi vent'anni anni di tentativi e sforzi il presidente Damiani ha fatto la sua scelta. La pallanuoto ha bisogno di persone come lui, capaci di rilanciare anche in momenti di difficoltà come quelli attuali».
Ci sarà una riforma dei campionato secondo te alla luce di quanto sta accadendo e di quanto accadrà?
«Al momento no, le formule sono state confermate e, forse, bisognerà capire quante società avranno la forza di ripartire».

Tofani ha ancora dei sogni nascosti nel cassetto?
«Al momento il sogno è quello di poter avere la forza di continuare a sognare. Lo sport, la pallanuoto mi hanno sempre aiutato a coltivare questa forza».