Dalla caserma "Spiridigliozzi" a Sabaudia, sino a Cernobbio: 732,2 chilometri carichi di passione e di dolore. Sabaudia sportiva, il "suo" III Nucleo Atleti Fiamme Gialle, ma oseremo dire tutto lo sport italiano, hanno voluto, in un triste lunedì di inizio maggio, salutare per l'ultima volta Filippo Mondelli, il canottiere azzurro e gialloverde scomparso giovedì scorso.
Il prossimo 18 giugno, a meno di un mese da quella Olimpiade di Tokio che aveva conquistato con il bronzo mondiale centrato a Linz sul fantastico quattro di coppia tutto Fiamme Gialle e "Made in Sabaudia", avrebbe compiuto 27 anni.
Ieri, nella sua Cernobbio, anche il cuore remiero di quella Sabaudia altrettanto amata. Lui che in soli tre anni (era stato arruolato in Fiamme Gialle nel maggio del 2018, ndr) era diventato molto più che un figlio della Città delle Dune e del remo azzurro. Straziati dal dolore, il Comandante del Centro Sportivo Fiamme Gialle, Gen.B. Flavio Aniello, quello del Gruppo Polisportivo, Gen.B. Vincenzo Parrinello, del III Nucleo Atleti di Sabaudia, Danilo Cassoni. I dirigenti Fabio De Paolis, Giuseppe Scalco, Michelangelo Crispi, Andrea Tranquilli, il tecnico Moriconi, gli atleti Montrone, Panizza, Gentili, Fiume, Rambaldi, Battisti, Pagani e Bonamoneta, gli uomini di reparto, Mauro Tronchin, Alessio Sartori, Saverio Pavone e Sergio Canciani.
Con loro, come detto, lo sport italiano con in testa il Presidente del Coni, Giovanni Malagò e il Segretario Generale, Carlo Mornati, oltre al Presidente della Federazione Italiana Canotaggio, Giuseppe Abbagnale e al Direttore Tecnico, Franco Cattaneo, presente alla camera ardente con tutta la Nazionale Olimpica.