I giorni passano e l'ansia cresce. Marco Confortola, uno degli alpinisti italiani più esperti e preparati, ammette che le speranze di poter ritrovare in vita Daniele Nardi e Tom Ballard, sono davvero pochissime, però... «sarebbe opportuno un po' di silenzio su questa storia, rispetto per chi soffre. Penso alla compagna di Tom, alla moglie e al figlio di Daniele. Noi, la loro sofferenza, non possiamo capirla e, quindi, sarebbe giusto tacere. L'ho fatto con tutti, non rilasciando alcuna intervista, voi siete un'eccezione. Siete amici di Daniele, gli volete bene come gliene voglio io: rispettiamolo, lui e la sua famiglia». L'alpinista 48enne di Valfurva ha esordito così con noi al telefono. In un primo momento il suo staff ci aveva inviato una email dicendoci che Marco, nel rispetto del dolore e dell'ansia delle famiglie di Daniele Nardi e Tom Ballard, preferiva non parlare. Poi ci ha chiamato lui stesso, in redazione: «Conosco Daniele e lo apprezzo prima come uomo e poi come alpinista – ci ha spiegato Confortola – Non sono mai salito con lui, ma gli voglio bene e, ripeto, ho rispetto per quello che sta accadendo. Sono pessimista, sarei falso ed ipocrita ad affermare il contrario, ma in questo momento il silenzio è l'unica medicina giusta, l'unica cosa che andrebbe fatta. Ho letto tante cose, alcune anche di cattivo gusto. Sarebbe opportuno tacere. Non sono mai andato sul Nanga Parbat - ci ha confidato Marco - ma rispetto chi lo ha fatto e chi lo fa da anni come Daniele. Rispetto la sua voglia di arrivare in cima, il suo desiderio di regalarsi una gioia, perché, credetemi, nello scalare una montagna, non c'è nessun tipo di ambizione, se non quella di sentirsi in pace con se stessi. E dietro c'è un lavoro enorme che nemmeno potete immaginare. Ecco perchè ci vuole rispetto. Il nostro è un mondo pulito, sano, ma come ovunque c'è qualcuno che canta, purtroppo male, fuori dal coro. Daniele e Tom sono due persone meravigliose, il silenzio ci aiuterà ad apprezzarli ancora di più».
Esperienze Himalayane
2004 – prima salita valtellinese monte Everest 8848 mt. versante nord.
2005 – Shisha-Pangma (cima centrale 8017 mt.)
2006 – Shisha - Pangma (cima principale 8027 mt.)
2006 – Annapurna 8091mt.versante nord
2007 – Cho Oyu 8200 mt. (salita veloce campo base cima-campo base 24 ore)
2007 – Broad Peak mt. 8047
2008 – durante la spedizione Share Everest 08 ho collaborato assieme a Gnaro Mondinelli e
Michele Enzio all'istallazione della stazione meteo più alta del Mondo a quota 8.000 mt. sul Colle
Sud del monte Everest
2008 – K2 via Sperone Abruzzi. Durante la spedizione si è consumata una delle peggiori tragedie
alpinistiche, 11 alpinisti hanno perso la vita mentre io sono riuscito a rientrare al base grazie alla
fortuna, alla forza fisica, alla determinazione a NON MOLLARE. Purtroppo ho riportato gravissimi
congelamenti e l'amputazione di tutte 10 le dita dei piedi passando da un 43 a 35 di numero di
scarpe.
La riabilitazione è stata veramente lunga e difficile e ancora una volta la mia determinazione ha
fatto la differenza
2010 – Lhotse – ho dovuto rinunciare a quota 7.900 mt a causa del forte freddo
2011 – a causa di una caduta con gli sci e alla conseguente operazione alla testa, ho dovuto
rinunciare alla spedizione in programma per la primavera 2011 al Dhaulagiri.
2012 – in primavera sono partito per il Dhaulagiri purtroppo però ho dovuto abbandonare il mio
tentativo di vetta a quota 7.500 mt. ca. a causa del forte freddo ai piedi.
2012 – in autunno ho raggiunto la cima del mio SETTIMO "ottomila" ovvero il Manaslu
2013 – 21 Maggio, raggiungo la vetta del Lhotse, la quarta montagna più alta della Terra con i suoi
8.516 m
2014 - 8450 mt del Kanchenjunga .( rinuncio a 100 m dalla cima per un ulteriore problema ai piedi
dove dal piede sinistro esce "causa la precedente amputazione " un pezzo di osso che perfora la
cute.)
2015 - Dhaulagiri - spedizione interrotta a causa del terribile terremoto che ha coinvolto il Nepal
2016 - Makalu 8.463 mt - vetta raggiunta il 23 maggio ( compagno di spezzone Marco
Camandona )
2017 - Dhaulagiri 8167 mt raggiunto il 20.05.2017 portando così a 10 ottomila raggiunti senza
ossigeno.
Il 23.05.2017 appena rientrato dalla salita al Dhaulagiri insieme a dei piloti italiani recupero ben 7
persone "agganciato al baricentrico di un elicottero "in grande difficoltà (C1 5600m-C2 6600m-C3
7300m) mettendo in gioco la mia propria vita.
Con la salita del Dhaulagiri si chiude un cerchio iniziato nel 2015 quando il 25 aprile un disastroso
terremoto colpisce il Nepal distruggendo villaggi interi.
Con I collaboratori Bosch, Finale for nepal, Ass. 17 abbiamo ricostruito una scuola per 200
bambini.
2018! - Kanchenjunga 8586m m, dopo quasi due mesi di spedizione , raggiungo gli 8.000 m di
questo colosso Himalayano e rinuncio al tentativo di vetta a causa delle temperature .