Un uomo di fatica lo è sempre stato. Anche quando, sette anni orsono, decise da capovoga di stupire il mondo del remo portando una barca, il doppio, dal nulla alla medaglia d'argento olimpica. Un uomo di fatica, tenace, caparbio, testardo come pochi e ambizioso quanto basta per voltare pagina e cercare nella vela, nella 36esima Coppa America, un qualcosa da dove ripartire alla grande dopo le delusioni del Mondiale dello scorso anno a Plovdiv in Bulgaria.
Il soggetto del nostro racconto, che ha come cornice lo splendido mare di Sardegna, è Romano Battisti, uno degli otto "grinder" di Luna Rossa Prada Pirelli, la "scomessa" italiana per la kermesse in programma nel 2021 in Nuova Zelanda.
«Un sogno che si avvera – ci ha spiegato al telefono da Cagliari dove è di base con il team del consorzio italiano - E' quello che avevo in testa ed ora sono qui, a Cagliari, con un team pazzesco, pronto a godermi sino in fondo questa esperienza meravigliosa».
Dal remo ad un verricello che viene usato nelle grandi barche da regata.
«Fatica, tanta fatica, ma bello da morire. In attesa del varo della barca, che avverrà il prossimo 25 agosto, sto lavorando duro per farmi trovare pronto. Al di là dell'allenamento quotidiano, tra palestra e piscina, è l'essere a disposizione di un grande Team come quello di Luna Rossa Prada Pirelli, vivere passo passo la sua evoluzione, che ti fa sentire parte in causa di un progetto che noi tutti, nessuno escluso, vogliamo sia vincente».
Una cosa è certa: Romano Battisti è da sempre portato a viversi ogni sua singola situazione al 100%. Per dirla in gergo: alla grande.
«Quando mi è stata prospettata questa cosa, sulla spinta anche di quello che era accaduto a Davide Tizzano (anche lui grinder di prua nel 1992, guarda caso dopo i Mondiali di Bield del 1989, ndr) sul Moro di Venezia, non ho esitato un attimo e devo dire che il mio Gruppo sportivo, il Terzo Nucleo Atleti Fiamme Gialle di Sabaudia, mi ha seguito e supportato molto in questa scelta».
Un sogno che si avvera, un po' come quando, vedendo il tuo ex compagno di barca, Alessio Sartori, vincere l'oro olimpico sul quattro di coppia alle Olimpiadi di Sydney, guardando papà Nazzareno, affermasti: ‘un giorno quella medaglia la vincerò anche io'. E fu argento dodici anni dopo.
«La Coppa America di vela è un po' come il sogno olimpico di ogni atleta, se non altro perché si disputa ogni quattro anni. Mi sento come un bambino pronto a scartare il proprio regalo di Natale sotto l'albero. Ripeto, era quello che volevo, l'esperienza che mi sarebbe piaciuta fare. Ed oggi, qui a Cagliari, sto assaporando il gusto di una nuova torta, buona e speciale».
La tua famiglia è con te?
«Sì, è arrivata da pochi giorni. Tutti insieme vivremo questo viaggio di avvicinamento alla Nuova Zelanda».