Dal Circeo Park Hotel allo Stadium. Passo breve, ma deciso, con un cuore partenopeo pronto a battere per gli azzurri di Ancellotti.
Figlio dei Quartieri Spagnoli e del Caffè Gambrinus a Piazza Plebiscito, lì dove il "suo" Commissario Ricciardi ha fatto storia, riportando gli anni Trenta di una città meravigliosa come Napoli, ai giorni nostri.
Maurizio De Giovanni e la sua fede innata per una città e per una squadra che arriva, crediamo, prima di ogni cosa. Anche quando, davanti ad una platea amica di oltre 350 persone, c'è da dire addio, in quella San Felice amica, ad un Commissario molto speciale.
Da Fiorentina-Napoli, ed ha portato bene, a Juventus-Napoli. Sette giorni, direbbe il buon Gianni Mura, di cattivi pensieri... «anche perché sono ad Asiago e non al Circeo, dove, sono sincero, avrei voluto vedere questa partita, la madre di tutti i match, almeno per noi tifosi incalliti del Napoli. Con Gianluigi (Superti, ndr) sarebbe stata tutta un'altra storia, una settimana fa lo è stato ed io sono molto scaramantico».
Quindi?
«Ad Asiago sanno quali sono le mie richieste perché Juventus-Napoli non è una partita come le altre, ma è la partita. Ho i miei riti, figuriamoci prima di una partita come questa».
E' stato più difficile ingoiare il boccone amaro dell'addio al Commissario Ricciardi o quello di Maurizio Sarri allenatore della Juventus?
«Con Ricciardi, strada facendo, ho pian piano fatto il cosidetto callo al fatto che la separazione sarebbe arrivata. Con Sarri, che è un mio grande amico, una persona perbene che stimo e ammiro, un grande uomo di calcio, ma anche e soprattutto di cultura, è stato più difficile, anche se lui aveva già lasciato Napoli per andare al Chelsea. Il passaggio di Higuain, mi aveva fatto più male, ma anche questo, tornando al tema dei bocconi amari, l'ho digerito poco».
Il Circeo Park Hotel e "Incontri all'Imbrunire", visto quanto accaduto in occasione di Fiorentina-Napoli sabato scorso, sarebbe stata la cornice ideale per godere della madre di tutte le partite per il tifoso De Giovanni.
«Senza ombra di dubbio, anche perché il Circeo è casa mia, lo sento come casa mia. E le partite di calcio amo viverle e seguirle con nessuno intorno, a patto che non sia una persona squisita come Gianluigi».
I pronstici li lasciamo agli altri?
«Ve l'ho detto, sono molto scaramantico. Vi farei parlare con gli organizzatori del mio incontro ad Asiago: li ho mandati letteralmente al manicomio».
Con Superti, al Circeo, è stato tutto più facile.
«Direi proprio di sì»
L'intervista al celebre scrittore
Dal Circeo allo Stadium, il cammino azzurro del tifoso De Giovanni
Nazionale - "Juventus-Napoli? Sarebbe stato meglio vederla con il mio amico Gianluigi Superti"