Una salvezza nel mirino, ammesso e non concesso che la Superlega di volley, così come il resto dello sport nazionale e mondiale, possa prima o poi rivedere la luce in fondo al tunnel.
Lorenzo Tubertini, tecnico della Top Volley Cisterna, si sforza di guardare avanti.
Pensi che questa sosta possa stravolgere completamente il finale di campionato?
«Il finale di campionato era ancora da scrivere, c'era un flusso fino a tre settimane fa ovvero fino alla sosta della finale di Coppa Italia del 22 febbraio. Da lì la sospensione della nona di ritorno e il tentativo di riprendere a porte chiuse. Già in questo caso il campionato stava assumendo sfumature e sottolineature totalmente inadeguate con ciò che riguarda il valore delle competizioni sportive agonistiche di alto livello. Proiettate e rivolte a un pubblico e non fini a se stesse. Riprendo la domanda e rispondo di sì, il campionato è gia completamente stravolto. È stato riscritto in svariate forme e modi, spostamenti, recuperi, sospensioni. Se si pensa che si deve giocare per portare a termine dei contratti ci stanno riuscendo. Ma solo questo fine mi sembra di capire che sia importante. Ogni giorno si impara qualcosa di nuovo e agire senza avere conoscenza di ciò che sta accadendo mi sembra da irresponsabili nei confronti della vita. Il finale di campionato in ogni caso sarà un finale fine a se stesso e il risultato finale non avrà nessun valore sportivo. Quello che si è fatto fino ad ora fa già parte di un'altra stagione. Fare sport significa, organizzare, prepare, studiare, altrimenti tutto ciò che si è fatto fino ad ora non avrebbe alcun senso».
Quanto possono essere importanti i semplici compiti a casa per i tuoi giocatori?
«Io davo già compiti a casa anche in precedenza, poi piano piano ho cominciato a lasciare solo il materiale di studio perché vorrei che tutti coloro che perseguitano un obiettivo imparino a essere responsabili del loro ruolo e quindi esigenti di nutrirsi e di evolversi per avere i migliori strumenti possibili per affrontare questo campionato. Ho lasciato qualche giorno di pausa per permettere a tutti di rilassarsi e di godere di un attimo di silenzio che questo momento storico ci sta facendo vivere. In questi momenti credo sia importante anche ragionare e riflettere non solo accanirsi a non perdere tutto l'allenamento fisico che avevamo costruito. Andrea li sta tenendo allenati con circuiti e routine di lavoro fisico. Io da oggi manderò nella nostra class room materiale di studio dove, se vorranno potranno andare a riprendere mentalmente ciò per cui siamo tutti qua».
In molti hanno detto che al termine di questa storia, il mondo non sarà più come prima, non solo quello dello sport.
«Il mondo non è mai stato come prima, la natura riequilibria tutto continuamente, indipendentemente dalla nostra volonta. Noi possiamo solo imparare e cercare di fare tesoro degli errori, ristabilire in ognuno di noi un po di distacco dalle identificazioni che la vita quotidiana ci ha portato a vivere con frenesia e poco rispetto nei confronti della relazione uomo-uomo uomo-cose. Di sicuro avremo nuove comprensioni e un esperienza globale che non aveva precedenti. Il senso di responsabilità dovrebbe salire di livello, di importanza dopo tutto questo. Questo ci stanno chiedendo e questo stiamo rispondendo creando un unico flusso».
Alla ripresa, quando sarà, la sfida contro Vibo Valentia. Uno spareggio salvezza.
«Alla ripresa quando sarà se sarà penserò a Vibo! Sempre che ci siano ancora giocatori li ad aspettare. Non siamo il calcio, loro hanno introiti milionari che li spingono a stare fermi e continuare a pensare di giocare per rimettere in modo il calderone. Noi facciamo fatica a prolungare gli affitti delle case. Non sarà piu possibile scendere in campo pensando che non ti possa succedere qualcosa. Lo dicono i fatti. Dovresti fare i tamponi a tutti i presenti. Vibo? penso a studiare il campionato in questo momento».
Cosa è mancato alla tua squadra per essere già al sicuro?
«Un attacco, ma ragionare cosi sarebbe frustrante e quindi ho lavorato tutto il campionato nella direzione di capire come alzare il livello per non avere ogni volta l'ansia di quell'attacco che non ti chiude il set. Siamo una squadra nuova e questi passaggi sono naturali. Ravenna ha pescato il jolly e ha costruito la salvezza in due settimane! Un campionato a 13 squadre non ti dà margine, se perdi uno scontro diretto non hai margine di recupero. Stavamo recuperando, la vittoria di Sora e poi quella con Padova ci stavano dando spinta. Poi la sosta e Verona con Kazijski sinceramente ci hanno messo ancora una volta di fronte un bell'ostacolo da superare. Ma siamo duri e guardiamo avanti».
C'è il rischio che la stagione sia finita qui?
«La stagione a mio parere doveva già essere bella che finita. Portare tutto avanti porta solo tensione, paura e altro ancora. Riprogrammare ora per la stagione successiva ti darebbe tempo per fare le cose meglio. A chi verrebbe in mente oggi di andare al palazzetto? Io ho mia figlia di 4 anni che non può giocare coi bambini sotto casa, quando vede una partita a porte chiuse si chiede perché quei tanti giocano insieme e perché si abbracciano. Che messaggio daremmo in questo momento storico dove si chiede di stare a un metro da tutti? Tocca rilassarsi e lasciare andare un po di esigenze. Tocca stare fermi un attimo e riorganizzarsi con grande calma».
Come passa il tempo in questo momento Tubertini?
«Ho fatto tre giorni di pulizia, cucinato e basta. Tre giorni di pulizia mentale. Ora mi rimetto al lavoro e preparero materiale per i ragazzi e poi studiero tutto quello che è accaduto in questa stagione fino ad oggi. Rendimenti tecnici/di gioco, individuali e di squadra».