A Latina verrà sempre ricordato come l'uomo che è stato capace di fermare la "corazzata" Pro Recco. Francesco Scannicchio, da Velletri, è questo ed altro ancora. Ragazzo serio, tecnico preparato ed oggi uomo di fiducia del cittì Campagna in Nazionale.
Da Velletri a uomo di fiducia di Sandro Campagna come video analista della Nazionale campione del Mondo. Se ti giri indietro, cosa vedi?
«Immagini di persone e momenti che hanno scandito il percorso di un ragazzo appassionato e volenteroso, che ha saputo tener duro in alcune situazioni, che ha avuto la fortuna ed il privilegio di essere scelto da Sandro Campagna e che ce la mette sempre tutta per meritare la conferma della fiducia ricevuta».

Capitolo Latina Pallanuoto, oggi Anzio Waterpolis. Qual'è il ricordo più bello?
«La storia da allenatore con Latina Pallanuto è durata 11 anni, dal 2003 al 2014, con una parentesi di un anno nella stagione 2010-2011. Come potete immaginare, di ricordi belli ne ho tantissimi. Non posso dimenticare in questo percorso la fiducia del presidente Damiani e di Carmine Lungo, il ruolo di persone come Roberto De Gennaro, Egidio Cervini, Enzo Loreti e Mauro Proietti, che sono stati riferimenti importanti. Vorrei ricordare anche Silvano Spagnoli, che con Roberto Pellegrini mi portò a Latina e con cui ho condiviso la parte iniziale della mia esperienza dal 2003 al 2007».

Nando Pesci, un uomo che ha lasciato un vuoto a chi ha avuto il piacere di conoscerlo.
«Ho vissuto con Nando, per due anni, ogni giorno e successivamente sono stato al suo fianco nel percorso nelle nazionali giovanili. Siamo amici, gli voglio bene come ad un fratello maggiore e voglio bene alla sua famiglia. Non scorderò mai il giorno in cui Carmine Lungo ci fece conoscere. Parlammo di pallanuoto, in pochi minuti mi conquistò: un maestro di vita e di sport».

Cosa ne sarà della pallanuoto dopo il Covid-19?
«Difficile dirlo. La situazione del nostro mondo già non era rosea prima. Basta guardare le difficoltà nelle quali si trovavano club dal blasone enorme come Posillipo e Canottieri. A maggior ragione adesso, noi operatori abbiamo il compito di trasformare la difficoltà in opportunità. Lavorare con i giovani e far crescere i vivai in maniera corretta, puntando allo sviluppo delle capacità individuali e non. Chi avrà il coraggio di farlo con una prospettiva lungimirante, seppur faticosa, potrà dare grande impulso al movimento».

Il progetto ad Anzio del presidente Damiani, che tu conosci bene, è ambizioso. Pensi che possa nascere un'altra grande realtà?
«L'affetto e la stima che mi legano al presidente, mi fanno essere di parte. Sono convinto che, con l'acquisizione della gestione dell'impianto, sarà possibile finalmente attuare un progetto che permetta la costruzione di atleti di alto livello fatti in casa, necessari per avere solide basi per puntare a risultati ambiziosi. Sarà necessario mettere a disposizione di bravi tecnici gli strumenti necessari, ma non dubito che il presidente sappia come fare. Infine è importante anche considerare che tutti questi anni di attività hanno consegnato l'immagine di un presidente che ha sempre onorato gli impegni assunti e profuso sforzi per la pallanuoto, quindi l'appeal non manca e giocare per la società del presidente Damiani può diventare stimolante per giocatori di qualsiasi livello».

Qual'è la persona alla quale ti sentirai di dire sempre grazie per quello che lo sport della pallanuoto ti ha regalato?
«E' difficile fare un solo nome. Nando Pesci per me è stato e sarà sempre un uomo per il quale proverò riconoscenza e affetto. Non posso, però, non menzionare Sandro Campagna. Mi ha concesso e mi sta concedendo un'opportunità unica. Vorrei ricordare anche Carmine Lungo. Senza la sua intuizione del 2007, non si sarebbero mai aperte alcune opportunità».

Lunedì si dovrebbe ripartire. Sensazioni?
«Tra le diverse cose che faccio, sono anche dirigente di società. Tra l'altro una gloriosa Associazione, la Rari Nantes Trento, che proprio oggi compie 90 anni di storia. Dico questo perché proprio in questi momenti viviamo nell'incertezza della ripartenza, in quanto le norme da un lato, il gestore degli impianti dall'altro, pongono enormi fardelli sulle associazioni che devono organizzare le attività. A questo aggiungiamo anche che la gente ha paura e non sappiamo cosa aspettarci in termini di partecipazione alle iniziative che proponiamo. Per quanto riguarda la pallanuoto nello specifico, spero passi chiaro il messaggio che la Federazione italiana nuoto ha comunicato tramite il protocollo per la ripartenza, ovvero che già da ora, al pari dagli altri atleti, i pallanuotisti possono svolgere tutta l'attività col vincolo di rispettare le distanze di sicurezza, ma senza preclusione nei confronti delle tipologie di esercitazioni da poter eseguire, con e senza palla. Per fortuna il cloro è, per una volta, un nostro alleato. Sono convinto che la lungimiranza dei dirigenti, la bravura dei tecnici e l'entusiasmo degli atleti aiuteranno a far partire un'attività che non potrà fare a meno di mettere al centro la base, i più giovani. Così la pallanuoto saprà essere, ancora una volta, esempio da seguire».