Quarantanove nni da poco compiuti, ma un curriculum calcistico alle spalle già importante.
E' Alfonso Morrone, attuale presidente dell'Adicosp (l'Associazione nata tre anni fa a tutela dei direttori sportivi e dei collaboratori della gestione sportiva), dirigente di lungo corso, noto anche in terra pontina per i suoi precedenti come diesse con Racing Fondi, Gaeta e Formia - dove ha fatto anche il presidente, con segretario Alberto Rossini, il dirigente biancazzurro venuto a mancare nei giorni scorsi - e che parla di quello che è il presente del nostro calcio.

Presidente, il calcio sta vivendo momenti importanti, forse la fase più delicata della sua storia.
«Non c'è dubbio, quanto accaduto sinora ha creato davvero un prima ed un dopo. Ci sono tante questioni da comprendere e valutare, economiche e non, ma comunque il Decreto Rilancio posto in essere dal Governo interviene in maniera decisa sul pianeta calcio, con una serie di sostegni concreti a favore di tutte le figure che hanno un contratto nel mondo del football, come la cassa integrazione in deroga che è stata una delle nostre proposte. E la cosa, come Adicosp, non può che inorgoglirci».
A livello economico, si può parlare anche di una contribuzione per il calcio dilettante ?
«Il Decreto liquidità parla di una cifra di 400 milioni di euro da destinare allo sport, della quale almeno il 25% è destinata al calcio. Ci troveremmo a parlare di almeno 80 milioni che torneranno sicuramente utili per fronteggiare i mesi difficili che ci attendono».

Il presidente della Lnd Cosimo Sibilia ha parlato di almeno un 30% di società sull'orlo della chiusura.
«Numeri che fanno paura, inutile nasconderlo. Però quelle cifre di cui abbiamo parlato pocanzi potrebbero sicuramente dare una grossa mano alle incombenze da affrontare, e magari quella percentuale potrebbe risultare più contenuta».
Nelle serie inferiori, tanti calciatori hanno paura che la crisi vada a pesare quasi esclusivamente sui rimborsi spese che spettano loro.
«La cosa certa è che il Covid-19 porterà tutti a stringere la cinghia, dai dirigenti passando per i calciatori, anche se per questi ultimi in serie D esiste il contrattino che vale comunque come una importante tutela. Nelle serie inferiori sarà importante che le società non prendano gli atleti per la gola, sebbene sia evidente che i calciatori comprendano che non si può pretendere di mantenere le famiglie con i rimborsi del dilettantismo».
Parlando anche di questioni pratiche, a livello dilettante si parla del salto di categoria praticamente sicuro per le prime classificate al momento della sospensione.
«E' una ipotesi che può tranquillamente essere presa come cosa certa, anche perché significherebbe dare valore a quanto accaduto sinora. A livello personale credo anche che il blocco delle retrocessioni, del quale sento parlare a più riprese, sia una situazione ancora da valutare appieno, ma che potrebbe rientrare nel gioco».

Per il Latina è plausibile parlare di un ripescaggio in serie C?
«Latina è una piazza che merita ben altro della serie C, sicuramente quella serie B che ha già frequentato nel recente passato è un habitat ben calzante. Ma allo stato attuale, parlare di un ripescaggio mi sembra una possibilità difficile, per non dire remota. La serie C potrebbe avere addirittura un surplus di partecipanti, pur tenendo conto di eventuali situazioni di sofferenza. E considerando anche le direttive della Uefa, che tendono a privilegiare quanto detto dal campo, nella posizione delle classifiche degli altri gironi, il Latina viene preceduto da realtà importanti decisamente blasonate e di tradizione pari, se non superiore, a quella dei nerazzurri».
Domanda personale: c'è qualche società nel futuro di Alfonso Morrone?
«Tutto quanto accaduto ha inevitabilmente fissato delle priorità e rallentato anche certi contatti. Qualcosa di concreto è aperto, a livello di Lega Pro, ma bisogna aspettare. Se son rose…».