Una lunga intervista  a cuore aperto, per scoprire tutte le sfaccettature dell'uomo prima che dell'arbitro... il più grande arbitro della storia del calcio. Pierluigi Collina si è concesso ai microfoni di Sky Sport, incalzato dalle domande di Lorenzo Fontani per uno dei capitoli de "I Signori del Calcio". E in uno dei passaggi più suggestivi della storia personale di colui che ora è responsabile della Commissione Arbitrale FIFA, si parla di Latina e dello stadio Francioni. L'impianto di piazzale Prampolini che per il più grande arbitro di tutti i tempi è stato niente meno che lo snodo della sua carriera. Era il 1985, Collina racconta della partita Latina - Spes Omi (i nerazzurri di Sibilia vinsero con un largo 6-1 in un campionato che spalancò le porte della Serie c), la prima dopo una sospensione inspiegabile per due mesi dopo che aveva perso tutti quanti i capelli. Era quella una specie di gara- test per capire come avrebbe reagito il pubblico ad un arbitro con evidenti problemi tricotici: "Mi mandarono ad arbitrare una partita in Interregionale - dice Collina - su un campo che faceva a quel tempo 5-6 mila spettatori. Non mi ricordo delle partite di Champions ma ricordo esattamente questa, perché pensare che il mio futuro potesse dipendere da un aspetto tricotico e non da una qualità in campo per me era un'assurdità. Devo dire grazie al pubblico di Latina, che era molto più interessato alla qualità dei miei fischi che all'aspetto estetico... Ricominciai ad arbitrare e fine del problema. Quando vedo un bambino col cappellino perché si vergogna di far vedere che non ha capelli mi commuovo perché lo capisco, l'ho vissuto anche io. Però gli vorrei dire che una bella testa senza capelli è comunque, assolutamente bella".