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Principi e un anno da sindaco: «Un incarico impegnativo ma entusiasmante»

Il bilancio del primo anno: «L’accordo sul parco dei Mille ha evitato il dissesto, ora vogliamo l’Università. Sul Cda di Acqualatina Fazzone si è risentito? Mi spiace ma ho scelto in autonomia»

Un anno sulle montagne russe, prima l’elezione a sindaco di Aprilia, poi il rischio dissesto per il Comune evitato in extremis. Per Lanfranco Principi questi 12 mesi sono stati un’altalena, questo primo traguardo è dunque il momento per tracciare un’analisi di quanto fatto, per illustrare i progetti futuri e lanciare qualche messaggio a oppositori e alleati.

Che bilancio traccia di questo primo anno di attività amministrativa?
«E’ stato intenso, impegnativo ma allo stesso modo entusiasmante. Ricoprire il ruolo di sindaco è totalmente un altro mondo rispetto ad incarichi come il consigliere, l’assessore e il vice sindaco. Ma ritengo che il bilancio sia positivo».

C’è un provvedimento del quale va particolarmente fiero? E’ un errore che non ripeterebbe?
«Un provvedimento di cui vado fiero ma che è stato costato tanto alla città, fermando la macchina amministrativa, è stato l’accordo transattivo per l’esproprio del parco di via dei Mille. Il risultato finale è stato eccellente ma in tanti non conoscono i retroscena, oggi festeggiamo 12 mesi di consiliatura ma per qualche mese quella trattativa ha fermato tutti. Lo spauracchio del dissesto finanziario ha creato sbandamento e i ritardi sul bilancio preventivo e il rendiconto di gestione sono legati a quella vicenda. Eravamo sul bordo di un burrone, aver scongiurato il dissesto ha fatto ripartire la macchina. Errori invece di certo ne ho fatti, forse anche tanti ma è naturale quando si governa, ma non saprei indicarne uno in particolare».

A un anno di distanza cambierebbe qualcosa in Giunta? Distribuirebbe in modo diverso le deleghe?
«No, a mio giudizio ogni componente della Giunta ha i requisiti e le capacità per il ruolo che gli stato conferito. Ritengo di aver fatto buone scelte, anche se ho dovuto sacrificare il gruppo consiliare. Ecco, se devo trovare il pelo dell’uovo posso dire che per avere una Giunta qualificata ed esperta ho penalizzato un po’ il Consiglio comunale, dove oltre a Vincenzo La Pegna al momento non ci sono altre figure trascinanti come lui. Ma sono convinto sia solo questione di esperienza, ci sono tanti volti nuovi in aula che con il passare del tempo dimostreranno di essere all’altezza del ruolo che ricoprono».

Capitolo impianti sportivi: quando riaprirà lo stadio e quando verrà inaugurato il palazzetto?
«Quello dello stadio Quinto Ricci è una delle vicende che abbiamo affrontato da subito, trovando una situazione quasi drammatica. E credo che il lavoro svolto sia stato eccellente, visto che siamo riusciti a far convivere tre realtà sportive nell’impianto. Quando abbiamo chiuso l’accordo speravano di pubblicare prima il bando per l’affidamento dello stadio, così non è stato ma ci stiamo lavorando e tra qualche mese sarà pronto. Per il palazzetto invece siamo quasi in chiusura, la società è pronta a consegnarlo e a breve ci sarà il bando per l’assegnazione».

Sul tema dei rifiuti ha avuto interlocuzioni con la Regione Lazio sull’ubicazione della discarica, visto che il presidente Rocca ha parlato di sopralluoghi già effettuati?
«Le ultime dichiarazioni di Rocca non aggiungono nulla di nuovo rispetto a quanto detto in passato. E ricordo bene, perché ero vice sindaco, che già negli anni scorsi con la precedente amministrazione regionale guidata da Nicola Zingaretti c’è stato il tentativo di chiudere il ciclo dei rifiuti ad Aprilia. Qualcuno fa finta di dimenticare che la Regione di centrosinistra nominò un commissario straordinario per i rifiuti che indicò ad Aprilia uno dei tre siti idonei a ospitare la discarica. E oggi la Regione ereditata da Rocca segue la scia tracciata dai suoi predecessori, nelle sue dichiarazioni l’attuale presidente non indica la città. E’ inutile nasconderci, il piano regionale prevede tre impianti per le province di Latina, Frosinone e Roma ma ritengo di aver fatto più io per contrastare la discarica che l’Amministrazione precedente. Ricordo che in Consiglio comunale abbiamo approvato un vincolo paesaggistico per la tutela della Campagna Romana che l’opposizione non ci ha votato. Metteremo in campo tutte le azioni di contrasto che un Comune può attivare, ma è chiaro che a decidere sarà la Regione».

Uno dei vostri progetti è portare l’Università in città. Non pensa però che Il Tulipano sia troppo piccolo per ospitarla? Non è meglio uno spazio più grande come l’area Fiere di Campoverde?
«Ho iniziato delle interlocuzioni con l’Università di Roma Tre per portare un corso chimico-farmaceutico, illustrando al Rettore la nostra idea che è legata al polo industriale del territorio. Non sono io a dover dire se la sede è idonea o meno, sarà l’Università dopo che gli avremo fatto visitare l’ex centro Tulipano a dirci se è possibile realizzare i corsi in quello spazio. Non credo invece si possa portare l’ateneo nell’Ente Fiera, perché ciò vorrebbe dire sacrificare uno spazio che entro un anno sarà riqualificato e appetibile non solo per Mostra Agricola ma anche per altri eventi. Il primo obiettivo però è cercare di istituire l’Università ad Aprilia».

Promesse da libro dei sogni, dilettanti allo sbaraglio, poca incisività sulla sicurezza: queste sono alcune critiche dell’opposizione. Ci si ritrova?
«Il termine dilettanti allo sbaraglio lo abbiamo sempre rimandato al mittente, perché molto spesso si riferiscono a qualche errore di ortografia o a questioni di lana caprina, mentre invece mi pare che sui temi importanti abbiamo dimostrato di essere tutt’altro che dilettanti. Sulla sicurezza, grazie ai costanti incontri a Latina con il Prefetto e i rappresentanti delle Forze dell’ordine, abbiamo ottenuto iniziative di controllo già programmate ma che in principio non erano per Aprilia, come per esempio Alto Impatto che era stato pensato per i capoluoghi di provincia. Ritengo i controlli straordinari interforze un risultato importante, se la minoranza non l’ha apprezzato è forse perché non pensava saremmo riusciti a ottenerli».

Con il Commissariato di Polizia a che punto siamo?
«I lavori procedono spediti, qualche settimana fa ho incontrato il vecchio Questore di Latina che ha mostrato rammarico per non poter inaugurare il presidio di Polizia, sarà il suo successore (Fausto Vinci) a farlo e siamo fiduciosi che entro il 2024 verrà inaugurato il Commissariato».

Sull’acqua rispetto alla campagna elettorale avete virato a 360 gradi, entrando nell’ufficio di presidenza dell’Egato4 e poi risultando decisivi per l’elezione del nuovo Cda. Siete convinti che questa scelta pagherà?
«Sono dell’idea che qualsiasi sia la partita, va giocata. Poi può uscirne vincitore oppure no, ma bisogna giocare. Gli ultimi 14 anni di ostilità nei confronti della gestione del servizio idrico hanno portato zero in termini di risultati politici. Perciò ho preso questa iniziativa, pure se mi è stato costato tanto, ma ogni giorno che passa sono sempre più convinto di aver fatto la scelta giusta. E lo dico con orgoglio. Un cambio di passo può portare solo benefici alla città, di sicuro non potrà essere peggio di quanto abbiamo ottenuto in questi anni. E soprattutto nell’elezione del Cda abbiamo dimostrato di saper giocare una partita importante, risultando tra gli attori principali. E in tanti ci riconoscono questo merito, plaudendo allo spazio che Aprilia ha saputo ritagliarsi a livello provinciale e regionale».

Si dice che questa mossa abbia incrinato i rapporti con Claudio Fazzone e Forza Italia. In queste settimane avete ricucito?
«A miei colleghi sindaci ho sempre cercato di trasmettere un messaggio, ovvero che il Cda venisse deciso dal circuito dei primi cittadini. Non ho mai nascosto la mia insoddisfazione per la precedente governance di Acqualatina. Perciò sono andato in assemblea e ho votato secondo coscienza, forte pure del fatto di aver letto tutti i curricula degli aspiranti componenti del Consiglio d’amministrazione. Ho votato le persone che ritenevo più meritevoli, che possono dare una svolta all’azienda. Se il senatore Fazzone non è stato della mia stessa idea, se a qualcuno questa mia autonomia non è piaciuta mi dispiace, ma non ho litigato con nessuno. Io ho sempre ragionato per cercare di fare qualcosa di positivo per la mia città».

Quest’anno è stato caratterizzato da alcune frizioni interne come lo scontro (poi ricomposto) tra FdI e l’assessore Boi e i cambi in Consiglio nella Lega. La maggioranza riuscirà a tenere e a durare cinque anni?
«E’ vero, ci sono state delle frizioni legate a problematiche interne e forse ci saranno in futuro, come sempre ci sono state, pure nella coalizione civica, ma escludo categoricamente che ciò possa destabilizzare la maggioranza mettendo a rischio il mandato prima della scadenza naturale. Poi in politica non si può mai sapere, Santangelo per esempio cadde (era il 2009) nel momento in cui si sentiva più sicuro, ecco in qual caso cadde con alcuni dilettanti allo sbaraglio nel centrodestra, infatti non andai a firmare, perché quel momento storico determinò la caduta del centrodestra, consegnando di fatto la città al civismo che poi ha governato per 14 anni con tutti i pro e i contro delle liste civiche».

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