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Il fatto

Scandalo Karibù, altri quindici lavoratori fantasma in Aid

Sul libro paga del Consorzio spuntano ulteriori 15 collaboratori. La comunicazione arrivata al commissario

Sul libro paga del Consorzio Aid spuntano altri 15 lavoratori e ciò fa raddoppiare il personale dell'organismo legato alla coop Karibù.
E' quanto emerso dai riscontri avviati dal commissario dell'Aid, l'avvocato Jacopo Marzetti, che la prossima settimana parteciperà ad un incontro in Prefettura per fare il punto sul caso del consorzio. Si tratta di collaboratori iscritti alla camera del lavoro dei precari di Roma e la cui condizione è stata ora presa in carico dal commissario. Dunque si allarga la sacca di sfruttamento messa in piedi dal consorzio che fino a ottobre scorso operava nella rete dell'accoglienza e dell'integrazione dei migranti. Intanto non è migliore il fronte dei dipendenti Karibù, anche loro «gestiti» da un commissario.

«Ancora oggi senza stipendi e attendono il pagamento delle altre competenze - dice il segretario della Uiltucs, Gianfranco Cartisano - e purtroppo questa condizione è condivisa dai lavoratori di Karibù e dell'Aid. Dopo la nomina del primo Commissario della coop Karibù in questi giorni è stato nominato il secondo commissario per il consorzio AID e stiamo ancora effettuando incontri presso l'Ispettorato del Lavoro con il Commissario di Karibù».
L'ultima riunione sugli aspetti contrattuali si è tenuta il 9 maggio e sono stati sottoscritti accordi nei quali di certifica che «ancora ci sono lavoratori che attendono stipendi arretrati».

Complessivamente le retribuzioni mancate ammontano a circa 100mila euro. Una vicenda su cui cerca di fare luce non solo il commissario ma anche il Ministero dello Sviluppo economico che da mesi segue la vicenda dei due soggetti giuridici finiti nella bufera a ottobre scorso. Dunque fino a questo momento c'è un numero di lavoratori che ha ottenuto la «certificazione» delle retribuzioni non percepite, più un'altra quota di lavoratori che dovrà essere inserita tra quelli che non sono stati pagati dall'Aid.

«Questo personale che ha mandato avanti a lungo la rete dell'accoglienza sta pagando il prezzo più alto dello scandalo sull'immigrazione. - dice ancora Cartisano - Il quadro che va emergendo conferma che alcuni tasselli sono sfuggiti negli anni dal controllo e adesso se ne vedono gli effetti. Purtroppo i sindacati e noi come Uiltucs in particolare abbiamo sollevato eccezioni e fatto notare le anomalie nella gestione dei lavoratori da parte della Karibù e dell'Aid, ma non siamo riusciti, allora, ad ottenere un intervento adeguato. Per la maggior parte dei casi si tratta di figure professionali a basso reddito e per questo l'impatto dello scandalo ha una sua accentuata connotazione sociale. Il personale della coop e del consorzio era composto da operatrici socio sanitarie, mediatori culturali, addetti alle pulizie.

«Ai commissari continueremo a sollecitare tempestività e celerità nel fornire risposte - aggiunge Cartisano - sui salari dei tanti lavoratori da noi rappresentati. Alla giustizia chiediamo una risposta adeguata per i lavoratori, perché nella realtà dei fatti siamo di fronte all'annullamento di un segmento economico e di molti posti di lavoro oltre all'effetto impoverimento per coloro che pensavano di prestare la loro opera nell'ambito di un servizio reso al sistema pubblico dell'accoglienza».

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