Cerca

La storia

Morta per una diagnosi sbagliata: Karin Dalla Senta poteva essere salvata

I giudici: gli imputati hanno concorso all'aggravamento della situazione che determinava la morte della 26enne

Dieci anni fa moriva Karin Dalla Senta in ospedale al Santa Maria Goretti di Latina per una diagnosi sbagliata. «Le possibilità di salvezza della paziente sarebbero state tanto maggiori quanto più tempestiva fosse stata la terapia e precoce l'esatta diagnosi - hanno scritto i giudici della Corte d'Appello - anche il prolungamento dei tempi di sopravvivenza consentito da eventuali terapie di supporto, utili a migliorare la condizione clinica della paziente, praticate quando era già troppo tardi avrebbero permesso di giungere ad una diagnosi esatta ed all'impostazione di terapie che avrebbero con ogni probabilità pari al 92% di avere salva la vita».
Lo scorso dicembre si è concluso il processo in Corte d'Appello a Roma che vedeva sul banco degli imputati, alcuni medici tra cui quello di famiglia e operatori sanitari che hanno avuto in cura la ragazza. Erano accusati di omicidio colposo. I magistrati hanno disposto il non doversi procedere per intervenuta prescrizione per gli imputati, condannati in primo grado dal giudice Laura Morselli. In quasi 50 pagine di motivazioni viene ripercorsa la drammatica vicenda. «Un approccio diagnostico e terapeutico mirato inizialmente a rallentare il progredire dell'infezione, acquistando tempo per gli accertamenti diagnostici, avrebbe condotto ad un percorso di cura che poteva offrire alla paziente concrete possibilità di efficace contrasto al decorso della grave patologia gastrointestinale in atto».

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione

Ultime dalla sezione