La testimonianza
23.01.2024 - 08:30
Piangeva. Si sentiva esclusa, frustrata. «Ha sentito astio nei suoi confronti». Assomiglia ad un'immagine quella che offre in aula in Tribunale la psicologa Sara Bartolucci. Ha visitato Giulia Schiff. L'ultima volta nell'ottobre del 2018. La professionista è stata ascoltata come testimone nel processo che vede imputati alcuni pari corso della 24enne che sognava di diventare top gun.
La psicoterapeuta ha risposto alle domande della pubblica accusa, della parte civile e del collegio difensivo degli imputati.
«La ragazza era irrequieta e nutriva sentimenti di esclusione e ostilità nell'ambiente dove ha vissuto. Era emerso uno stato dell'umore maniacale, aveva una buona consapevolezza e il suo vissuto emotivo era stressante».
Giulia quando era andata dalla psicologa aveva 19 anni. Il punto centrale del processo è uno: il battesimo dell'aria. «Mi ha detto che era stata presa con la forza e di aver chiesto più volte di essere lasciata stare e di essere stata buttata in piscina». Ad una precisa domanda sull'attendibilità del racconto, la testimone ha risposto in modo netto e sicuro. «Sì era attendibile».
Il processo alla fine è stato rinviato al 19 aprile.
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